Storia di Milano di Pietro Verri

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      CAPO VIGESIMOPRIMO 10 1
      I bassiiilicvi che adornavano la tomba, vennero, non saprei per qual destino, rotti e divisi; alcuni se ne veggono nella deliziosa villa di Castdlazzo; altri sono presso alcuni privati. Sempre più si conosce che un buon libro è il solo monumento durevole, col quale un uomo sia sicuro di tramandare ai secoli venturi la memoria di se medesimo: i marmi, gli edifizj, le pubbliche fondazioni, tutto si scompone e disperde; ma Orazio aveva ragione di scrivere ch'egli s'innalzava un monumento co' versi suoi più durevole de' bronzi (i).
      Dopola battaglia di Ravenna, in cui si disse che rimanessero morti sul campo ottomila fanti e mille cavalieri pontificj, e prigionieri il viceré di Napoli don Pietro di Navarra, il cardinale de' Medici, il marchese di Pescara, Fabrizio Colonna, il marchese di Padule, il figlio del Principe di Melfi, don Giovanni Cardona ed altri, l'armata francese sebbene vincitrice si trovò talmente rovinata, che il cavaliere Bajard nella lettera citata assicura (2) che in cento anni di tempo la Francia non poteva risarcire la perdita che aveva fatta. Dopo questa tal battaglia il papa Giulio II sempre più si strinse co' Veneziani per discacciare i Francesi, i quali a nome del concilio avevano cercato di occupar la Romagna. L'interessei
      aP
      (1) Matthicu Skeinercardinal de Sioiij le iJrule-feu de la Snintc Liyue, lui qui joua du/is tnntes ces guerres le véritable róle de V Alee io de Vìrgile j ce P ré tre sanguinaire eut la l de he te de faire cxhuiner le ìléros de la France sous preterir de l ab-surde evcouununicatiou laucée coutre les etmetnis du Pape. Les Francois et beaucoup ciItaliens souhaitoicnt alors à Jules II et au cardinal Skeinerj antan t de droi tu re de jastice ^ d'houneur et de bon té 3 queu avoit eu le P riti ce, dont ils osoieut aitisi daniuer Vamc et outrager les cetulrcs. — Belloy.
      {2) Et vous assure que de cent ans le Royaume de Frutice ne recouvrera la perte quii a Jaite.

Storia di Milano Tomo Secondo di Pietro Verri Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835 pagine 503

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