Storia di Milano di Pietro Verri
capo vigeslmoprimo i53
giorno 16 giugno: il giorno 20 giugno entra il Vescovo di Lodi in Milano come luogotenente del duca Massimiliano. Il Papa libera la città di Milano dall'interdetto, in cui la considerava incorsa per esservisi ricoverati i cardinali suoi nemici. L'assoluzione venne il giorno 6 di luglio, e quella fu T ottava volta in cui Milano si trovò in siffatta circostanza (1). I Francesi non essendo numerosi a segno di custodire Pavia, l'abbandonarono, e per la fine del i5i2 non ve ne rimasero se non ne' castelli di Milano e di Cremona.
Massimiliano Sforza dall'età di nove anni sino al vigesimo primo era stato esule dalla patria, e ricoverato sotto la protezione dell'imperatore Massimiliano suo cugino. Egli scortato dal cardinale di Sion e dagli Svizzeri entrò solennemente in Milano il giorno 29 dicembre i5i2. L'ingresso si fece al solito da Porta Ticinese con più di cento gentiluomini, che lo precedevano, usciti ad incontrarlo con un abito uniforme, composto de' colori medesimi che il Duca aveva scelti per sue livree, cioè pavonazzo, giallo e bianco. I gentiluomini però, oltre l'essere vestiti di seta, erano altresì ricamati d'oro; per lo che non si potevano confondere co' domestici del Duca. Il Duca cavalcava vestito di raso bianco trinato d'oro; porta-valigli il baldachino i dottori di collegio. Cesare Sforza fratello naturale del Duca portava immediatamente avanti di esso la spada ducale sguainata. Lo seguitavano il vescovo Valese cardinale diSion, e i legati del Pie de' Romani, del Re di Spagna ed altri sovrani. Non mancarono a tal funzione i soliti archi trionfali. Egli finalmente andò a risedere nella corte ducale, giacche il ca-
(1) Siccome può vedersi nel tomo I, pag. 4^9-
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (161/516)
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