Storia di Milano di Pietro Verri

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      il Re per ricuperare il Milanese, ed il Re obbli-gavasi ad ajutare la Repubblica per riacquistare le terre della Romagna perdute colla lega di Cambrai (i). Contro del Papa si mossero parimenti gli Spagnuoli; ed il Viceré di Napoli s'impadronì di Parma e di Piacenza, sebbene per poco costretto a restituirle al Papa (2). Mentre si andava disponendo nella Francia una nuova invasione nel Milanese, a rispingere la quale forz'era rivolgere le spalle a' Veneziani collegati colla Francia, il duca Massimiliano Sforza si abbandonava alla molle lascivia, che appena si perdona ai principi sicuri nel loro Stato. Per festeggiare il soggiorno che la Marchesa di Mantova faceva in corte col nostro Duca, ad altro non pensava egli che a' giuochi ed a pompe, quasi eli' ei fosse nel seno della pace. Fece fare fra le altre cose un tornea-mento; il che accadde il giorno i3 di febbrajo i5i3, dimenticandosi che nel castello stavano i Francesi. Il Duca vide, per le palle di cannone eh' essi gli fecero piovere sulla corte, che aveva inopportunamente scelto il tempo ed il luogo (3). Questo principe non sembra che avesse alcuna energia ne elevazione d'animo: egli spensieratamente portava il titolo di Duca, e in mezzo alla umiliazione propria ed alla miseria de' sudditi pensava a passar giocondamente il suo tempo. Donava feudi, donava regalie, regalava denaro, roba a tutti i suoi favoriti con profusione in guisa, che avea sempre l'erario esausto. Donò a Girolamo Morone la contea di Lecco, la città di Vigevano al cardinale di Sion, Rivolta e la Ghiara d'Adda ad Oldrado Lampugnano. Coteste sue profusioni facevansi da esso lui come se nulla fossero, dice
      (1) Guicciard. lib. XI. (2) Ivi. (5) Prato.

Storia di Milano Tomo Secondo di Pietro Verri Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835 pagine 503

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