Storia di Milano di Pietro Verri
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neva una finta pernice, un fagiano, un pavone, un pesce finti, o di marzapane, o d'altra materia, dorate, inargentate, ec.; e vi furono abbondanti e deliziose pastiglie ed acque odorose. In fine della cena comparve un finto giojelliere, che recava collane, braccialetti ed altri vezzi di gemme e d'oro, e presentò le sue preziose merci alle damigelle, come se cercasse di venderle; ed allora il Colonnese s'intromise quasi volesse rendersi mediatore de' contratti, e con generosa urbanità regalò ciascuna delle convitate senza far mostra di regalarle. Ciò veramente fu materia di non picciolo valore; e dice il Prato che venisse fatta al solo fine per potere la sua amata senza biasimo d'infamia con le proprie mani presentare. Il che dimostra quanto venissero rispettate le damigelle e il costume. Cose siffatte sembrano romanzesche; ma contemplate saggiamente dimostrano una nazione ingentilita e generosa. La mattina vegnente ciascuna delle invitate ricevette un canestro inargentato con entro la colazione. Al Duca fece egli recare venticinque carichi di selvaggiume.
Poco giovava alla difesa dello Stato la scelta di un magnifico e galante Generale; conveniva avere un'armata, e gli Svizzeri s'impegnarono a difenderlo colla paga di trecento mila ducati. Comparvero in Milano dodici commissarj per ricevere anticipatamente la promessa paga. 11 Duca pubblicò una imposizione per riscuotere da' sudditi questa eccessiva tassa. Sotto il regno di Lodovico XII non s'era mai pagato, se non i tributi costituzionali. Una arbitraria tassazione per tal modo dispoticamente comandata commosse gli animi de' cittadini. L'editto si pubblicò il giorno 8 di giugno del ì5i5. Sembrò questa una vera oppressione. La città fece presentare le sue pre-
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (171/516)
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