Storia di Milano di Pietro Verri
1^8 storia di milanocinese gli si presentarono i delegati, della città, i quali gli offersero lo scettro ducale, la spada e le chiavi della città. Il Re era a cavallo, vestito di ferro con un manto di velluto celeste a gigli ricamati d'oro. Avanti se gli portava una spada sguainata: dodici gentiluomini milanesi io fiancheggiavano, Dugento gentiluomini francesi coperti di ferro e con ricchissimi manti venivangli in seguito. Poi mille fantaccini tedeschi armati, condotti da'loro capitani riccamente ornati, venivano in seguito. Chiudeva la marcia un corpo di cavalleria. Giunti alla notizia dell5 imperator Massimiliano questi avvenimenti ; egli spedì a Milano un suo ambasciatore al Re di Francia per interpellarlo con qual titolo egli occupasse il ducato di Milano. Il Re indicogli la sua spada; giacche non essendo egli discendente dell7 ultimo investito, cioè Lodovico XII, non aveva alcun altro titolo da addurre fuori che Tessere discendente ei pure dalla Valentina, madre del di lui avo Giovanni conte d'Angouleme; il qual titolo non era adattato ai principj dell'Impero, ne alle leggi del feudo instituito da Venceslao, siccome transitorio ne7 soli discendenti maschi. Se l'interpolazione fatta da Cesare aveva l'apparenza di un Feciale spedito a intimare la guerra, la risposta del Re aveva il significato delia disposizione sua per difendersi. Il Re per rassodare sempre più la buona corrispondenza col Pontefice, concertò d'abboccarsi con.esso a Bologna; partì da Milano, dopo di esservi dimorato cinquanta tré giorni, il 3 del
mese di dicembre, e il giorno i4 dello stesso mese dello stesso anno 1515 in Bologna col papa Leone X si stabilì il concordato famoso, per cui abolita nella Francia la Prammatica Sanzione, venne spogliato il corpo della Chiesa Gallicana
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (186/516)
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