Storia di Milano di Pietro Verri
capo vigesimosecondo 189
Malgrado ciò egli cominciò nel Duomo a parlare al popolo, e continuò per un mese a farlo ogni giorno con tanta grazia di lingua, che tutto Mi* lano vi concorreva (i). Egli prese un tal ascendente col favor del popolo, che nessuno poteva fargli contrasto; e nella chiesa del Duomo disponeva come se ne avesse titolo. Le costui prediche versavano singolarmente nel rimproverare la corruttela degli ecclesiastici, i quali indifferenti per la religione, col di lei manto altro non bramavano se non ricchezza, autorità e comodi; non mai sazj di onori, di latifondi, di voluttà; nemici delle sante regole de'loro istitutori, alieni dalla carità, dallo studio de'libri sacri, dalla cura del bene altrui, dalla pazienza, dalla umiltà, dai travagli; cose tutte che pure sono d'obbligo dello stato a cui sono sublimati; e quindi in vece di animare i laici alla virtù col loro esempio, sono la cagione della corruttela universale de' costumi. Così con veemente eloquenza questo uomo laico cercava di scuotere gli ecclesiastici. I preti non si mossero; ma i frati non furono tanto pazienti ; e que' di S. Angelo l'accusarono come sedizioso, fautore segreto de' nemici del Re. Egli interrogato dal maresciallo Trivulzi e dal presidente del senato, fu trovato un uomo semplice, pio ed affatto diverso da quello che era stato rappresentato. Insensibilmente poi questo amor popolare, prodotto dalla eloquenza e dalla austerità sempre imponente della vita, svanì; ed il romito dopo sei mesi senza alcun romore se ne partì, Era costui dell'età di trent'anni, toscano; avea nome Girolamo, dotto assai nelle sacre pagine. Tutto ciò il Prato. Di costui il Burigozzo. dice che era
(i) Prato. — Burigozzo, lib. I, fogl. 5 e 10,
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (197/516)
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Duomo Duomo S. Angelo Trivulzi Girolamo Prato Burigozzo Prato Angelo Burigozzo
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