Storia di Milano di Pietro Verri

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      capo v1g esi mote l\zo 20jre. La morte del sommo Pontefice , che aveva somma influenza negli affari appena innoltrati, cagionò non lieve inquietudine negli animi.
      Ài momento che gli avvenimenti cominciarono a mostrarsi prosperi, Francesco Sforza, il quale co1 denari somministratigli da Cesare e dal Papa aveva presi al suo stipendio seimila Tedeschi dal rf*2 Tirolo, passò nella Lombardia, e come dice Sepulveda, Franciscus quoque Sfortia, quem Ger~ manorum sex millia sequcbantur, Mediolanum pervenit s iugula ri Civ itatis gratulatione ; e ne adduce il motivo, perchè era vir de cujus fiumani-tale, temperantia et justitia magna erat hominum opinio. Da Trento passò pel Veronese senza ostacolo con seimila fanti tedeschi, ai quali i Veneziani non fecero opposizione; indi per il Mantovano, Casalinaggiore e Piacenza portossi a Pavia. Lautrec e alcuni corpi veneziani s'erano posti a Binasco per impedire la venuta a Milano del Duca; ma lo Sforza, cólto opportunamente il tempo, passò a Milano il giorno 4 aprile 1622. Dove e incredibile a dire (1) con quanta letìzia fosse ricevuto dal popolo milanese, rappresentandosi iti* nanzi agli occhi degli uomini la memoria della felicità con la quale era stato quel popolo sotto il padre e gli altri Duchi Sforzeschi, e desiderando sommamente di avere un principe proprio, come più amatore dey popoli suoi, come più costretto ad avere rispetto e fare estimazione dei sudditi, ne disprezzarli per la grandezza immoderata ; e la Cronaca del Grumello: fece la intrata in la città Mediolanense con allegria, et tutto il populo con sonar di campane, sparare di arlellaria, parendo ruinasse il mondo. Mai fu visto né audito tanto
      (1) Cosi il Guicciardini, lib. XIV.


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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