Storia di Milano di Pietro Verri

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      storia di milanomente esso con tutti i suoi sarebbe stato tagliato a pezzi con tutti li cittadini, e distrutta tutta la città sino alli fondamenti 9 non lasciando di fare tutte quelle crudeltà che si potessero 9 il che s'egli avesse voluto fare oltra molto tesoro9 gli avrebbe ancora donate molte buone entrate nello Stato di Milano: la cui ambasciata avendo bene isposta il Frate9 Antonio da Leva salito in gran collera proruppe in tai parole: Se tu non fossi nunzio Regale, e tale7 come io ho sempre creduto P ornato di buoni costumi et di santità di vita, io ti farei oggi finire la tua vita sopra la forca ; non pigliar mai più tale impresa ; per fiora vanne senza veruna offesa7 e dirai alla Regia Maestà, ch'io mi maraviglio molto di quella che habbi mandato lina tal ambasciata a-me, il quale ho sempre anteposto la fede a qualunque Magistrato o dignità ed oro. Sia lontano da me ogni nome di perfidia e di traditore; eli io accetterei piuttosto qualunque sorte di crudel morte. Pavia è di Cesare, e data al Sapientissimo Francesco Sforza Duca di Milano ^ e quella mi sforzarò di conservargliela con ogni cura, studio e deligenza5 e di rendergliela. Malgrado però l'industria e il valore degli assediati, i viveri erano assai pochi in Pavia. Si vendevano alle macellane carni di cavalli e d'asini. Una gallina si vendeva per un ducato d'oro, le uova si vendevano venticinque soldi l'uno. Mancava il burro, non v'era lardo, nè olio, di che Tegio minutamente c'informa. Tutto sofFrivasi da' cittadini però, anzi che ubbidire nuovamente al dominio di un Re che Lautrec avea reso odiosissimo. In mezzo alla pubblica miseria Matteo Beccaria il giorno 12 dicembre ì524 insultò l'umanità, dando un convito magnifico agli ufficiali del
      presidio. Il Tegio lo racconta come una magnili-


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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