Storia di Milano di Pietro Verri

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      IsS/j. STORIA DI MiLAJMO
      xei, se non per alcune porte ben presidiate da5 corpi avanzati francesi. Sperava il Re che stando a fare la guerra difensiva, e guadagnando tempo, Tarmata imperiale, mancante di stipendio e mal provveduta di tutto, dovesse sciogliersi da sè medesima. Infatti i comandanti cesarei temevano lo stesso, e perciò deliberarono di commettersi alla fortuna d'una battaglia. Allora i soldati erano mercenari e liberi. Nessun bottino potevano sperare i Francesi debellando i Cesariani mancanti di tutto. Per lo contrario sommo profitto avevano in vista i Cesarei battendo i Francesi, il Re, i principali signori dei regno, tutti radunati con immense ricchezze e pompe, e ciò oltre il profitto del riscatto di sì illustri prigionieri. I Francesi avevano la presenza del loro Re ad animarli, 1' ambizione di segnalarsi sotto de7 suoi sguardi; ma l'armata non era per la maggior parte di Francesi; v'erano Tedeschi, Svizzeri, Italiani, Spagnuoli, ed oltre a ciò i più erano affatto mercenarj e gregarj, perciò la condizione de' Cesarei era migliore d'assai.
      _ ? ^ oIl quartiere del Re stava a Mirabello, delizia de7 duchi di Milano. II campo era cinto di terrapieni con fossa fuori che da un lato, chè si credeva bastantemente munito col muro del Barco. Il marchese di Pescara, che da ogni canto osservava la posizione del Re, s'avvide che poco custodivano i Francesi quella parte che credevano più sicura pel riparo del muro. Se il muro si gettava a terra, il che non era difficile, era aperto l'adito ad impadronirsi di Mirabello. Aggiungasi che in Pavia mancava la polvere, e che perciò i Cesarei staccarono sessanta cavalieri spagnuoli, ciascuno de1 quali portava all'arcione un sacchetto di polvere.
      * Questi incamminatisi verso Pavia, caduti in mezzo ai Francesi, dieder loro a credere d'essere delA


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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