Storia di Milano di Pietro Verri

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      sig. Gian Giacomo Medici; al che venne prestata fede, e così portarono quel soccorso a Pavia. Le truppe del Medici servivano la Francia come presentemente farebbero le truppe leggieri d'Usseri, Croati, Ulani, Calmucchi, Cosacchi; e poco avvezze alla militare disciplina, erano quasi sconosciute all'esercito, col quale guerreggiavano colle scorrerie piuttosto anziché colla riunione in un corpo solo d'armata.
      Tuttavia il duca di Borbone e il marchese di Pescara non avendo da Cesare ulteriori sussidj per pagare i soldati, furono costretti a determinarsi di avventurare la battaglia. Passarono di concerto col Leyva, e si fissò il giorno di S. Mattia 24 febbrajo, giorno di gala per essere l'anniversario della nascita di Carlo V. Frattanto negli otto precedenti giorni gl'Imperiali incessantemente, anche di notte, davano l'allarme ai Francesi, e col favore dello strepito di trombe e de' timpani si guastarono per qualche tratto le mura del Barco, sicché alla minima scossa cadessero poi. In vista di ciò il Re tenne un consiglio, nel quale Luigi d'Ars, il Sanseverino, il Galiot de Genouil-lac, il maresciallo di Chabannes, il maresciallo di Foix e il famoso la Tremouille opinarono che fosse da abbandonarsi Pavia e ritirarsi a Binasco; ma prevalsero il Bonivet secondato dal Montmorencì, da S. Marsault e da Brion, i quali adularono l'inclinazione del Re, che già aveva promulgato per l'Europa che o prendeva Pavia, o vi periva.
      Il campo del Re era trincerato e ben collocato per la difesa; la sua rovina accadde perchè i Francesi ne uscirono per attaccare il nemico inconsideratamente, Bonivet ebbe il comando di quella giornata. Il campo francese era postato in guisa, che impediva l'ingresso da ogni parte in Pavia7
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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