Storia di Milano di Pietro Verri

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      Clemente VII ed i Veneziani, stimò più opportuno il Pontefice di stabilire una concordia cogP Imperiali per mezzo di Gian Bartolomeo da Gattinara ministro di- Cesare in Roma, restando conchiuso quest'accordo il primo di aprile del i525, pubblicato poi nel dì dieci di maggio dello stesso anno. Le condizioni principali di questo trattato, nei auale fu compreso Francesco Sforza qual duca di Milano, furono la scambievole difesa del ducato d\ Milano e degli Stati Pontificj, compresa Fiorenza coi Medici che vi dimoravano, e la contribuzione di cento mila ducati da farsi dai Fiorentini, con che le truppe cesaree partissero dai quartieri occupati nelle terre di Parma e Piacenza. I Veneziani, a' quali era stato lasciato il luogo d'entrarvi, intese le mire del Re inglese di collegarsi colla Regina madre del Re prigioniero, sospesero di determinarsi ad alcun partito; e frattanto gli insorti lampi di speranza per la tranquillità delP Italia lasciavano luogo a qualche angustia d'animo sulla sicurezza del re Francesco in Piz-zighettone. Infatti il Lanoja ragionevolmente sospettava che il Re da Pizzighettone non venisse o tolto per subornazione di qualche generaley o per tumulto de' soldati mal pagati e vinti dalla umanità del Re, o per effetto di qualche unione de' principi italianij e singolarmente dello Sforza, il quale poteva acquistarsi un sicuro godimento dello Stato con liberare Francesco I, o coli'opera del duca di Borbone che potevasi riconciliare con tale beneficio. Forse questi sospetti del viceré Lanoja accelerarono nell'animo di Carlo V la risoluzione di volere al più presto in Ispagna tradotto il Re prigioniero. Lanoja vedendo il Re impaziente della sua liberazione, colse l'opportunità di persuadergli che in un'ora di colloquio coli'Impera-


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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