Storia di Milano di Pietro Verri
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di que' tempi scritte dal Grumello e dal Burigoz-zo, testimonj di vista, ci raccontano minutamente il malcontento de'Milanesi contro i Cesariani, le uccisioni notturne, le animosità del popolo già vicino a prorompere in aperta sollevazione. Il dì 16 di giugno, secondo narra il Burigozzo, il tumulto fu assai grande; e tutta la notte fu la città sulle irmi, e si sparse sangue alla Scala ed in Porta Yercellina, e si fecero barricate attraverso le vie della città con travi, fascine, botti, ec.; e la domenica 17 giugno essendo gli Snagnnoli collocati sui campanile del Duomo, d'onde facevano i segnali, la plebe' si avventò contro la guardia di corte, ed il di lei capitano, fingendosi favorevole ai Milanesi, diede loro il santo, col quale contrassegno gli assicurò che quei del campanile l'avrebbero consegnato senza opporsi. La plebe credette, e spedì un certo Macasora, il quale salì, credendosi sicuro col nome del santo; ma in riscontro ebbe un' archibugiata che lo distese morto; il che veduto dal popolo, tanto sdegno concepì pel tradimento, che posto un gran fuoco sotto di quella torre, arrostì coloro che la presidiavano; indi avventatosi al capitano della guardia, lo ammazzò; e vi rimasero in tutto cento otto soldati morti. Gli Spaglinoli diedero anch' essi fuoco a diversi quartieri della città, alla Scala, alle Gin-quevie, al Rocchetto. La plebe allora si smarrì; tanto più che non aveva alcuno alla testa clic la reggesse; e molti cittadini entrati nelle stalle del marchese del Vasto, montarono su quc' cavalli, c fuggirono lungi da Milano, in cui sembrava rinnovato l'incendio di Troja. Ardeva molta parte della città? c ciascuno era occupato a salvare la sua roba. Intanto gli Spaglinoli ed i Lanschinetti rubavano e disarmavano. Tutto era rovina.
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835
pagine 503 |
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Pagina (271/516)
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