Storia di Milano di Pietro Verri

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      guarnigione alleggeritasi anche a tal fine con questa diminuzione. Un sì lagrimevole spettacolo indusse tosto i collegati a tentare tutti i mezzi per soccorrerla. Laonde sollecitamente il Duca d'Urbino per vie difficili condusse il suo esercito ad accampare tra il fiume Lambro e la Badia di Ca-soreto nel luogo detto volgarmente Lambrette , e prontamente spedì un distaccamento ad occupar Monza , la quale insieme colla rocca venne conquistata. Indi si avanzò verso Milano, e pose il quartiere al Paradiso, di contro a Porta Romana. Dopo tre giorni Giovanni Medici si presentò alla porta, e co' cannoni cominciò a tentare di atterrarla e di aprirsi un varco. I Cesarei invece spalancarono la porta. Questo fatto sorprese gli aggressori , i quali temendo insidia non osarono di entrare; ed uscirono i Cesarei, e fecero piegare il Medici co' suoi; per lo che l'indomani tornarono i collegati a scostarsi, ed a porre di bel nuovo il campo a Marignano, aspettando il soccorso degli Svizzeri che stava per mandare la Francia. Sicché per tutte queste cose l'infelice Francesco Sforza mancando totalmente di viveri, de' quali appena era rimasta la provvisione di un sol giorno, si trovò costretto ai 24 luglio di rendere il castello di Milano per capitolazione, salva la vita, la libertà e la roba sua e di buon numero di nobili che quivi avevano voluto correre la fortuna del loro principe. Nella capitolazione erasi convenuto che la città di Como si lasciasse allo Sforza con trenta mila annui ducati, infino a che Cesare avesse conosciute e giudicate le accuse fatte alla fedeltà del Duca : Che lo Sforza avrebbe un salvo condotto per andare all'Imperatore: Che gl'Imperiali sborsassero al presidio del castello, in paga degli stipendj corsi, circa venti mila altri ducati.


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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