Storia di Milano di Pietro Verri
2^6 storia di milanoil motivo della presa di Roma; coll'averla eglino investita da disperali.
Sembra per buone ragioni clie non fosse in balia di Carlo V il liberare il Papa in questo duro emergente. L'armata era composta di gregarj stranieri che non erano sudditi dell' Imperatore ; nè
erano tampoco pagati da lui , nè conoscevano se non i loro generali, ed il Borbone sopra tutti. Le armate allora erano collettizie, e radunate per un tempo e per un oggetto determinato. Il viceré Lanoja a nome dell'Imperatore tentò invano di distogliere il duca Borbone dall'impresa: ed altamente reclamava la tregua da esso lui, come ministro di Cesare, fatta con Clemente VII, della quale tuttavia nulla Cesare stesso ne sapeva. Quindi a Carlo V nè dovea ne potea piacere la mossa di Borbone e dell'esercito suo verso di Roma, se non per altre ragioni, per questa almeno, che nessun utile egli ritraeva dalla oppressione del Papa ; anzi sommo odio acquistavasi presso tutta la Cristianità. Veramente i generali di Carlo V operavano arbitrariamente d'assai; il che rende verisimile il dispiacere che mostrò Cesare per la presa di Roma. In una vasta monarchia ciò debbe quasi per morale necessità accadere; e ne veg-giamo mille esempj nella storia dell'Impero Romano.
Arrivata intanto l'armata del Borbone ai cinque di maggio sui prati di Roma , appena egli ebbe esaminati i siti più deboli e le mura più basse per la scalata, che volendo esso Duca ? così in succinto racconta il fatto il continuatore del Fleu-ry (1), animare i suoi, s'avanzò per mostrar loro il cammino che poteva condurrli alla città, ap~
(i) Tonio XIX, lib. CXXXI, g 12 c i3, pag. 212,
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (284/516)
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