Storia di Milano di Pietro Verri

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      contentarsi di uno stretto blocco ; coli'impedire così alla città ogni soccorso di vittovaglie. Bruii-svich però ed i suoi furono sbandati ben presto da una sorta di peste detta male mazzucco, che in meno di otto giorni fece di essi una orrenda strage, cosicché il residuo di quell'armata continuò sollecitamente la via del suo destino. Ma intanto la visita del Brunsvich ajutò a consumare i sussidj che avea dapprima ricevuti Antonio de Leyva, il quale non avendo più mezzi onde sa-tollar le sue truppe, nè sapendo più come smungere le borse degl'infelici Milanesi, trovò l'espediente di proibire sotto pena della vita e della ccnfiscazione de' beni, che niuno potesse tener farina , nè far pane in casa* quindi imposta una rigorosa ed esorbitante gabella in tutto lo Stato sul pane venale, gli riuscì con siffatta inumanità di sfamare sè ed i suoi coli'oro de'cittadini. Tanto è vero che i tempi andati furono simili o forse peggiori dei nostri! Odasi su di ciò quanto scrive Guicciardini celebratissimo storico di que' tempi (i): In Milano per Vacerbità di Antonio de Leva era estremità e soggezione miserabile, perchè per provvedere ai pagamenti dei soldati aveva tirato in sè tutte le vettovaglie della città , delle quali fatti fondachi pubblici e vendendole in nome suo, cavava i denari per i pagamenti loro , essendo costretti tutti gli uomini per non morire di fame di pagare a prezzi che paresse a lui; il che non avendo la gente povera modo di poter fare, molti perivano quasi per le strade; ne bastando anche questi danari ai soldati tedeschi cit erano alloggiati per le case, costringevano i padroni ogni giorno a nuove taglie, tenendo incatenati quegli che non pagavano; e perchè per fuggire queste
      (1) Lib. XVlIi, pag. 70 c 71.
      è


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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