Storia di Milano di Pietro Verri
288 storia di milanoacerbità e pesi intollerabili molti erano fuggiti e fuggivano continuamente dalla città , non ostante l} asprezza dei comandamenti e la diligenza delle guardie, si procedeva contro gli assenti alle con-fiscazioni da beni, eli erano in tanto numero , che per fuggire il tedio dello scrivere si mettevano a stampa, ed era stretta in modo la vettovaglia, che infiniti poveri morivano di fame, e i nobili male vestiti e poverissimi f e i luoghi già più frequentati pieni di ortiche e di pruni 11 Burigozzo ancora più distintamente col suo stile rozzo ci espone siffatte calamità; la testimonianza nondimeno del Guicciardini scrittore straniero, e quindi imparziale, depone irrefragabilmente contra l'atroce soperchieria fatta ai Milanesi da! Leyva e » dagl'Imperiali.
Ora, mentre le cose nel Milanese erano giunte a questo estremo, il Lautrec co' suoi collegati faceva prodigj di valore nel regno di Napoli, e mul-tiplicava gloriosamente le sue conquiste; quando, al dire del Grumello, in mezzo alle palme dovette soccombere di malattia il giorno 7 agosto del i528. Gli successe monsig. di Vaudemont, che presto egli pure morì, e rimase a comandare l'armata francese nei regno il marchese di Saluzzo, dove per i Cesarei comandava il principe d'Oranges, Ma dopo tante speranze di conquistare tutto quei regno, per un gruppo d'inopinati accidenti, e pei tristi effetti d'una fiera pestilenza in un batter d'occhio diramatasi per quelle contrade-, così continua il Grumello (1), il giorno 28 di agosto, tutte le forze galliche furono orribilmente fiaccate vicino ad Aversa, città discosta sei miglia da Napoli; sicché la rimasta armata franzese fu costretta a rendersi a discrezione del nemico, ed i soldati
(0 FogL 181,
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (296/516)
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