Storia di Milano di Pietro Verri

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      capo vigesimoqu1nto 2Q ltecessori, di ricevere di mano del Pontefice la corona imperiale; Carlo V vi si trasferì da Barcellona per Genova con mille cavalli e nove mila fanti, condotti seco per mare su ventotto galee, sessanta barche e molti altri navigli, dove sbarcò felicemente nel giorno 12 di agosto. Non tardò punto il Papa a spedire colà tre suoi cardinali legati, Alessandro Farnese che poi divenne suo successore, Francesco Quignones spagnuolo, ed Ippolito Medici. Accolti i legati umanamente da Cesare, ed aggradite le feste e gli onori fattigli dal popolo geuovese, nel giorno 3o di esso mese passò a Piacenza, dove prontamente accorse Antonio de Leyva a ragguagliare il suo Sovrano degli affari di Lombardia- da cui vedendosi assai bene accolto, non gli fu difficile di ottenere l'assenso di riprender Pavia, cosa che all'accorto Leyva premeva assaissimo per suo privato interesse 5 la quale infatti nello stabilimento del ducato di Milano eseguito in Bologna a favore di Francesco Sforza , come vedremo, gli fu assegnata da godere sua vita naturai durante (1). Ritornato in seguito il Leyva al governo del Milanese , guidò le sue genti alla conquista di Pavia , ch'egli presto riebbe e senza spargimento di sangue ; atteso che Annibale Picenardo comandante di quella piazza , disperando di poterla difendere dall'aggressione de' Cesariani, la cedette loro senza grande resistenza (2).
      (1) Muratori, Annali, al 1629, pag. 260.
      (2) Guicciardini, lib. XIX, pag. 97.
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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