Storia di Milano di Pietro Verri

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      000 STORIA Di Ali LA noJcgrezza. Fu puro di grande ajuto al migliore stabilimento dello Sforza nella riacquistata signoria la continuazione di sua permanenza in Bologna, dove per la opportunità di starsene presso a Cesare ebbe dallo stesso indizj vie sempre maggiori di una perfetta amnistia, in vista del suo contegno e del suo ragionare; in guisa che Carlo V dichiarò in pubblico, sè riconoscere i Duchi di Milano e di Ferrara fra tutti gli altri principi dItalia per gli pià saggi (i).
      Una sì gloriosa qualificazione per lo Sforza inasprì maggiormente contro di lui Y animo maligno -e politico di Antonio de Leyva, suo accusatore e detrattore ; cosicché vedendolo nelle consulte apprezzato da Cesare, e frequentemente interrogato sui rilevanti affari in esse discussi, scrive il Bugati (2) che il Leiva perciò tutto si struggeva e gettavasi per collera da quel suo seggio, quando lo Sforza ragionava a Cesare delle cose pià importanti in lingua tedesca, che esso non interi-dea. Su di che poco più sotto particolareggiando : Costui (il Leyva), "dice, veggendo poi il duca Francesco Sforza sempre sedere fra i primi della corte imperiale (ammirato come prencipe, bersaglio di tanti duri rivolgimenti) , e sentendosi mordere come falso accusatore, non trovava luogo per l'ira talhora : e pensandosi di sfogarla co Bolognesi, talmente fu ripreso con parole, che più dopo ne parole ne men fatti usò con essi. Valse finalmente a calmare le ire e P animosità del Leyva contra Io Sforza la munificenza di Cesare, che gli assegnò in proprietà, vita sua naturai durante, la città di Pavia, la contea di Mon-
      (1) Bugati, Stor. Univ. lib. VI, pag. 808.
      (2) Bugati f come sopra.


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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