Storia di Milano di Pietro Verri
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però questi congressi; mentre sappiamo che il duca Sforza ritornò di corto da Venezia a Milano, dove dopo aver consolati que' popoli colla amabile e desiderata sua presenza, e dopo di avere assicurati della sua grazia e riconciliazione tutti i suoi malevoli, richiamati gli esuli, e promesso a'rei un ampio perdono; ricevute quivi le più fauste acclamazioni de' suoi popoli, e le più sincere e festose significazioni della loro adesione e fedeltà a sì buon principe; rivolse Francesco le sue benefiche sollecitudini alla interiore sistemazione dello Stato, per il cui ben essere, oltre Taverne deputato, come si è detto, in sua assenza al governo, l'accorto ed incorrotto Alessandro Bentivoglio, volle dare nuova forma al senato, eleggendone a presidente il celebre Giacomo Filippo Sacco Alessandrino; e confermare nella carica di grancancelliere Francesco Taverna. Trascelse in appresso ai gradi delle magistrature gli uomini più insigni di que5 tempi; tra i quali un esimio capitano di Giustizia nella persona di Giovanni Battista Speziano , per opera del quale furono dei malviventi sgombrate le strade, e divenne sicuro il trasporto delle derrate; il che anche contribuì a ricondurre l'abbondanza. Ma tale era la spopolazione delle terre, che, dice Burigozzo (i) > fu tanta quantità di lovi su per lo paexey che era una cosa gran-da9 e fazevano tanto male in amazare persone, zoe puttini e donne, che quaxi se temeva a andare in volta, se non erano 3 o 4 persone insema , tanto era el terror di questi lupi, et questa " non era maraviglia, la causa perche nelle ville erano mancade le persone.
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(i) Lib. Ili, fogl. 70 tergo.
Verri. Stor. MiL T. II. ao
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (313/516)
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