Storia di Milano di Pietro Verri

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      turare così il segreto dello Stato; le quali carte avrebbe egli spedite loro dappoiché fossero giunti a Venezia. Malgrado la politica del marchese del Vasto 5 Langey trovò mezzo per via di formale processo di far constare la perfida azione eseguita per disposizioni del Marchese ; il quale cercava di avere le carte. Ciò attestarono alcuni domestici degli ambasciatori, che poterono salvarsi , e particolarmente i navicellai , che per opera del Langey erano scampati. Questo fatto diede le seconde mosse al re Francesco a rinnovare da capo le ostilità sospese colla tregua di dieci anni, cioè sino al 1548- A nulla pertanto giovò V abboccamento di Lucca tra Cesare ed il Pontefice, da cui aspetlavasi la ultimazione della pace, la celebrazione pronta del generale concilio, e la coaliz-zazione de'principi cristiani contra Tarmi ottomane ^ a nulla, dico, giovò siffatto abboccamento, ancorché v' intervenisse il signor di Mony inviato francese, e non ostanti le proteste di Cesare e del suo governatore di esser eglino in niun modo consapevoli deli' accaduta uccisione de' ministri francesi.
      Sciolto il congresso di Lucca, l'imperatore Carlo V affrettossi alla spedizione d'Algeri, contra ogni parere del Pontefice, e di tutti i suoi generali : spedizione invero infausta e malaugurata, cosicché sollecitamente salpando Cesare dal littorale af-fricano, approdò assai malconcio a Cartagena il giorno 3 eli dicembre. Frattanto il re di Francia is** Francesco I giovandosi della rotta sofferta dalle flotte di Cesare sotto Algeri, e della loro dispersione nel ritornarsene in Ispagna, adunò un potente esercito, e lo ripartì in diverse posizioni ali a invasione degli Stati Cesarei. A quest' oggettoVerri. Sior. Mil. T. II. 23
      è

Storia di Milano Tomo Secondo di Pietro Verri Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835 pagine 503

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