Storia di Milano di Pietro Verri

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      Pontefice e Cesare, in cui per quanto Paolo III bramoso di pace sollecitasse efficacemente la cessione dello Stato di Milano ad un figlio del Re di Francia, furono nondimeno sforzi gettati al vento. Non lasciò pure in quel breve congresso l'accorto Papa di adattarsi ai bisogni di Cesare ad un tempo, e di promovere i vantaggi della propria casa, interessando perfin le lagrime della figlia di Car- ' lo V, la duchessa Margherita, perchè concedesse Io Stato di Milano a Pier Luigi Farnese, o ad Ottavio suo nipote, coll'obbligo di un gravosissimo censo, e colla instantanea offerta di strabocchevole somma 5 ma ogni progetto fu vano. L'assenza poi del governatore e de' primarj reggitori della città di Milano costretti a lasciare le toghe ed a vestir l'arme nel bollore delle attuali guerre, forse fu la cagione per cui nella nostra metropoli fu instituita in quest'anno 1543 la Congregazione dello Stato, che venne abolita dopo 2/^3 anni, cioè nel 1786.
      Erasi l'anno innanzi appena avviato Carlo V ^44 verso la Germania, che insorsero nel Piemonte fieri torbidi in danno dell'armata cesarea. Francesco Borbone conte d'Enguien a Cerisola battè gPImperiali comandati dal marchese del Vasto. II Marchese rimasto ferito nella battaglia dovette ricoverarsi sino a Milano. Alcuni fanno ascendere i morti Imperiali a dodici mila. Il primo vantaggio di tal vittoria fu che i Francesi si resero padroni di Carignano e di quasi tutto il Monferrato. La battaglia seguì il giorno 14 aprile del 1544- V ed Arrigo VII! d'Inghilterra alleati facevano sul Reno preparativi grandi onde fare una incursione nella Francia, dove richiamata perciò la maggior parte delle truppe eh** erano nel Piemonte, riuscì inutile la carnificina di Cerisola, e n'ebbe un no-


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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