Storia di Milano di Pietro Verri
CAPO ViGESFIOTTAVO 365
violenta morte ivi seguita di Pier Luigi Farnese, Nella discussione'de' rispettivi diritti tra papa Paolo e gli Imperiali, Cesare, affine di prevenire ogni opposizione del nuovo alleato del Papa, diede ordine al suo capitano generale e governatore dello Stalo di Milano eli prontamente ristorare le città e fortezze di Lombardia, e vi spedi gli opportuni soccorsi di milizie e di attrezzi militari.
Frattanto che il Gonzaga eseguiva gli ordini di Cesare in Lombardia, Carlo V continuava le sue istanze al Pontefice, perchè il generale concilio fosse restituito in Trento} su di che il Papa mostrò grandissima renitenza, motivo principale per cui Carlo V, affine di sedare i torbidi della religione in Germania, essendo egli alla dieta d'Augusta nel giorno i5 di maggio pubblicò una scrittura che noi diremmo Formolo, di Fede, a foggia della Ectési di Giustiniano, e del Tipo di Costantino imperatori greci: formola che prescriveva ai Protestanti ciò che insegnare e credere dovessero, fìnattantochè'il concilio generale determinasse la pura e precisa dottrina della Chiesa cattolica. Questa celebre scrittura è quella che viene comunemente appellata VInterim di Carlo V> scrittura riprovala e contraddetta dai Cattolici ugualmente che dai Protestanti. Era a «quel tempo Cesare oppresso dagli affari, indebolito nella salute, e specialmente tormentato dalla podagra} laonde pensò di dar sesto alla sua famiglia. Diede perciò in moglie a Massimiliano-arciduca d'Austria, figlio del re de'Romani Ferdinando suo fratello, la propria primogenita Donna Maria, ottenendone da Paolo III Fopportuna dispensa; e destinò il novello sposo viceré di Spagna, durante l'assenza di Filippo II suo figlio, chiamato dalle Spagne, onde farlo riconoscere dai Lombardi e dai Fiam-
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835
pagine 503 |
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Pagina (373/516)
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