Storia di Milano di Pietro Verri
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368 STORIA DI MILANObattaglie apprestate a questo rea! principe (i)? che nel giorno summentovato partitosi da Milano passò
(i) Noi dobbiamo le precise interessanti notizie dello stato in cui trovavansi le arti cavalleresche e singolarmente il ballo in quel secolo fra di noi a Cesare de' Negri, detto il Troni-bone j il quale in un suo libro , intitolato Le Grazie d'Amore, impresso in Milano in un tomo in foglio presso Ponzio e Piccaglia, ci fa sapere che tali arti avevano in Milano stesso la loro sede. Da esso rilevasi che i Francesi, i Romani, gli Spagnuoli imparavano allora il ballo nella scuola di Milano. Pietro Martire milanese era il ballerino stipendiato dal duca Ottavio Farnese in Roma sotto il pontificato di Paolo IIL Francesco Legnano milanese fu stipendiato da Carlo Y e da Filippo II, e venne largamente premiato. Lodovico Palvello fu caro al Re di Francia Enrico IC ed al Re di Polonia. Pompeo Diobono pure milanese era d'una nobilissima e graziosissima iìgura dalla testa ai piedi, di somma agilità e leggerezza ne3 movimenti. H re Enrico II di Francia lo fece maestro del suo secondogenito il duca d'Orleans Carlo, che fatto poi re col nome di Carlo IX lo amò sempre. Enrico III pure gli confermò le pensioni. Virgilio Bracesco milanese insegnò il ballo al re Enrico II di Francia ed al primogenito il Delfino Francesco. Giovan Ambrogio Valchiera milanese fu preso al soldo del duca di Savoja Emanuele Filiberto, e fatto maestro dei principe Carlo Emanuele suo figlio. Giovanni Francesco Giera inilauese fu maestro di Eurico III, prima re di Polonia, poi di Francia, e sempre da lui stipendiato. Carlo Beccaria milanese fu maestro della corte di Rodolfo II imperatore. Claudio Pozzo milanese maestro stipendiato alla corte di Lorena. Anche in ciò la coltura e l'eleganza cominciò nell'Italia, d'onde le altre nazioni la presero. Non conviene a noi l'essere vanagloriosi per gli avi nostri; non conviene agli esteri la vanagloria pel paragone dello stato attuale. Gli oltramontani ragionevoli onorano in noi la famiglia de' loro maestri. Gli Italiani ragionevoli compiangono l'attuale nostra decadenza, ed ammirano la superiorità degli esteri. Allora il ballo comprendeva molti altri esercizj ginnastici, come volteggiare il cavalletto, la scherma e simili. Il Negri (pag. i3) descrive come il giorno 8 dicembre i5g8, mentre la regina Donna Margherita d'Austria era nel palazzo ducale di Milano, vi si portò con otto valorosi giovani suoi scolari, ed ivi alla presenza della suddetta regina e dèli'arciduca Alberto fecero mille bizzarrie * e fra. V altre un combattimento colle spade lunghe et pugnali * et un altro con le haste, aggiungendovi poi certe altre invenzioni nuove di balli I balli avevano i loro nomi. Alcuni presi dall'imitazione delle nazioni, come lo Spagnoletto > VAlemanna *
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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani 1835
pagine 503 |
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Pagina (376/516)
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