Storia di Milano di Pietro Verri

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      DELLE COSEscrizione di questo ingresso, ivi e 178. Riceve un'ambasciata dall' imperatore Massimiliano, acciò alleghi il titolo del possesso di quel ducalo, ed egli gli indica la sua spada - ivi. Si abbocca col Papa in Bologna, e si regalano vicendevolmente con un concordato, 178, 179. Parte dall'Italia, ivi. Il principio del suo regno promette a5 Milanesi un ridente avvenire, 181. Assegna alla città dieci mila ducali annui da convertirsi in opere di pubblico beneficio. Fra le cose imposte si ordina un canale navigabile, 182 (Vedi Naviglio). Sua ingratitudine col maresciallo Trivulzi, 191, 192 Lascia in balia di un favorito il destino de' sudditi , 194. Si lascia dominare da due partili , e si mostra d'animo debole 211. Qualità di Francesco I ponderate dai Veneziani , 212. Si dispone a portare in persona la guerra nel Milanese. Motivo di ciò, 218. Armata che ivi conduce. Passa le Alpi. Entra nel Milanese. Si trattiene in Vigevano, 219. Ghigne a Vercelli, 220, Ordina che non siano molestati i Milanesi , ivi. Si propone d'impadronirsi di Pavia, ivi. Dirige un attacco a Pavia, ed è rispinto dal Leyva, lasciando più di trecento morti sul campo, 225. Tenta corrompere il Leyva : risposta generosa che ne riceve, 22G. Tenta occupare il regno di Napoli staccando da sò il duca d'Albania con soldatesche , cagione della sua
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      prigionia, 229. Suo mal governo del proprio esercito, 25o. Sta ben munito nel Barco sotto Pavia, 255. Intraprende la battaglia contra i Cesarei , adulalo da un partilo contrario all' altro, 255. Descrizione di tal battaglia, 206, a5j. Si dirada per la campagna di Pavia ^ ed ò attornialo da' nemici, ivi. Fa prodigj di valore, ^58, 25g. Nomi de' generali uccisi intorno a lui, 240. Presa del Re descritta, ivi e 24»* Cede la spada al Lanoja, 241. Restano uccisi sul campo circa undici mila Francesi , 242- Mostra ribrezzo d' essere condotto prigioniero in Pavia ; è tradotto al campo, e medicato. Scrive a sua madre. E servito dai generali imperiali, trattalo da sovrano, condotto a S. Paolo. Sua cena ivi, 245. Trattenuto per tre giorni, poi condotto a Pizzighettone. Gli si accordano per compagnia venti de' suoi più cari , ^44- Si dubita sulla di lui sicurezza in Pizzighettone, 247. Impaziente per la sua liberazione, è indolto dal Lanoja a desiderare d'essere trasferito a Madrid per abboccarsi con Cesare. E colà tradotto scortalo dal Lanoja, 248. Da Genova s'imbarca per Madrid. Suo seguilo, ivi. Stette prigioniero in Pizzighettone setlantanove giorni , ivi. Si tratta la sua liberazione. Si ammala gravemente.Visitato da Carlo V si ricupera, 257. Pace fra i due Monarchi. E conciono ai confini del regno, ed è messo in libertà.


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Storia di Milano
Tomo Secondo
di Pietro Verri
Società Tipogr. de' Classici Italiani
1835 pagine 503

   

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