Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
16 marzo 1869
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D'un tratto la biblioteca fu distaccata dall'Ufficio ed ebbe una vita a sè, per modo che nulla potè più per essa il Firrao. Il cav. prof. Avena però cui venne dato l'incarico di dirigerla, uomo dotto anch'egli e devoto a tutto ciò che sente di scienza italiana, non ruppe le tradizioni del generale Firrao e seguitò ad acquistare, per qua/ito gli scarsi mezzi e le rare occasioni gliel consentivano, le opere dei nostri antichi, in grandissima copia aggiungendovi quelle di geografia, di antropologia e di altre scienze positive, non che libri su l'oriente, sì da renderla prima tra le biblioteche di Napoli in fatto di cose moderne. Sembra intanto che di opere antiche non se ne acquistino più come è già poco. Se è così, queste opere che hanno data tanta fama agli italiani, i quali per esse sono tenuti come i fondatori della scienza militare in Europa: queste opere ricercate oggi avidamente da per tutto, segnatamente in Germania ed in Francia per arricchirne le biblioteche e studiarle, sono poste oggi in non cale dalla sola Italia che le produsse.
Che un privato studioso voglia avere soltanto le moderne, può passarglisi buona,quantunque vi sarebbe anche a ridire : ma che una vasta biblioteca come questa, voglia fare altrettanto, credo che sia un errore. E credo pure che una biblioteca, massime se è speciale, debba avere dal primo all' ultimo tutt' i libri che dai più remoti tempi furono scritti su l'argomento che forma la sua specialità: non dico quelli di tutt'i paesi del mondo che sarebbe impossibile, ma almeno i soli italiani. È necessità, è gloria per essa di avere la storia della scienza che ebbe culla nella propria nazione, la quale non può ottenersi che raccogliendo quanto fu scritto dai nostri in ogni branca della milizia. Preferire le opere moderne
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