Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
16 aprile 1869.
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gono. Ma non è questa cifra che desta l'ammirazione dei guardanti. È l'argomento del quadro, è il nome dell' artista.
Masaniello salernitano, capo del movimento di Napoli contro l'inquisizione nel 1547, cavato da Castelcapuano, va in groppa al cavallo di Ferrante Cara fa per le vie della città tra le feste e gli evviva del popolo: ecco l'argomento.
Vincenzo Marinelli: ecco l'artista.
La profonda impressione che lascia in tutti questo nostro maraviglioso fatto si muta in uno scoppio di riso guardando a fianco di esso una scena soprammodo curiosa di vari fanciulli che pongono tutte a soqquadro le suppellettili sacre del loro maestro.
Cari quei diavoletti del sig. Achille Martelli, comico quel suo maestro.
Entrando nella terza sala si vede il quadro del signor Giuseppe Ponticelli rappresentante Le nostre madri in educazione.
Un altro giustiziato. Anzi due. Corradino di Sverna e Federico d'Austria, ambo fatti morire da Carlo d'Àn-giò. Su due teste recise di regi principi posò il primo trono dei Capeti in Napoli. Ma a salvar l'ultimo non furon bastevoli le altre dì molti illustri cittadini. Se Corradino e Federico con la loro morte iniziarono quella dinastia, Eleonora e Mario con la loro ne scrissero la fine. Tutti quattro si veggono in queste sale. Però molti mancano ancora a render compita una genealogìa di sangue, della quale l'arte si è oggi impadronita traendola da un archivio dove non era mai penetrata: l'archivio della libertà. ¦
E l'arte la verrà compiendo nelle esposizioni avvenire.
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