Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
29 aprile 1869.
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colpevole, non so. Dicono che la fanciulla abbia così detto stando in sul morire.
Ma se è vero, non vi è a farne le maraviglie. L' uso di percuoter nei modi più barbari i propri figliuoli è generale nella nostra plebe. Se taluno, quando per via s' imbatte in una donna, o tigre come sarebbe meglio chiamarla , che va facendo tristo governo della sua creatura, e mosso a ribrezzo, si avvisa di ridurla a sensi più miti ed umani, sapete convella vi risponde?
Le sono madre e posso farne ciò che voglio.
Ma non solo questi selvaggi, madri o padri che sieno, vi rispondono così. Persone ben più in alto locate ve lo dicono, se voi, guardia municipale, per esempio, prendete pel braccio quel padre o quella madre e li menate su la sezione:
E padre!. ...E madre!....
Ecco ciò che fu detto dal suo superiore ad una zelante guardia che credeva, arrestando uno di questi barbari, dì compire il proprio dovere e soddisfare a un sentimento di umanità.
Ignaro io di questo fatto, incontrai non ha guari un uomo che con una cinghia, al cui estremo una grossa fibbia di ottone, dava colpi violenti su la persona di un fanciullo che conduceva, forte tirandolo per l'orecchio, e che chiamava suo figlio. Mi volsi subito ad una guardia che stava poco lunge additandole il fatto crudele.
« Veggo, mi rispose, ma che farvi? Se lo conduco su « la sezione, mi si dirà come mi si disse l'altro giorno « che ve ne menai un altro:
Gli è padre !
--Le cavallette. Il prof. Costa nelle varie visitefatte nella contrada dei Bagnoli non avea rinvenuto nes-Sterlich, Cronaca 9
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