Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
80 aprile 1869
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mici della nostra istituzione, chi non ne sia rimasto scosso e preoccupato. Io non la trascrivo intera non consentendolo il mio lavoro: ma ponendo da banda tutto ciò che riguarda la parte economica e d'amministrazione, ne riporto le ultime parole, con cui il commendatore si oppone alla taccia che la Nazione dà al banco di istituzione da medio evo.
« H banco avrà dell' antico, ma il buono; quello che ha di più vecchio è il suo credito, che ha resistito a trecento anni di prova, ed a sette rivoluzioni e mutamenti di governo. Se i napoletani lo hanno caro, non hanno gran torto poiché conoscono il loro vecchio banco; che ha servito il pubblico e lo stato, e non si è avvalso delle sventure del paese per straricchire sulla miseria altrui».
a La Nazione fa confronti tra il banco di Napoli ed altri istituti. Io rispetto gli altri istituti, ma non stabilisco confronti. Amministratore del banco, parlo del banco, e ne presento la situazione. Essa dice, che se il banco oggi volesse chiudere i suoi affari, i possessori della sua carta e dei suoi libretti di risparmio, per 107 milioni, troverebbero circa 130 milioni tra oro, biglietti della banca nazionale, titoli di rendita, portafoglio e crediti sopra pegni preziosi ».
« Conosce la Nazione molti istituti di credito in Italia che stieno in queste condizioni? E con là facoltà di emettere altri 60 milioni, e con un patrimonio di oltre i 24 milioni, senza soci, senza peso d'interessi, senza dividendi, crede la Nazione che il banco non possa prestare 25 milioni al governo per assumere il servizio di tesoreria nelle sole province napoletane? » « Il giudizio ai lettori ».
--Teatro del Fondo. Si è rappresentata una nuo-
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