Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
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cronaca napoletanareali guardie del corpo. Fu presidente del consiglio di amministrazione della stessa compagnia, di cui ristorò grandemente le finanze. In questo uficio ebbe campo di dar pruove continue d'una onestà e d'una delicatezza che le simili in pochi, e d'una oculatezza degna del più savio e saputo amministratore.
Con tutti fu generoso, beneficando sempre: non con se medesimo, chè visse, si può dire, quasi di privazioni per aver sempre modo da soccorrere tutti. E pure egli dava, senza esser ricco, oltre alle móltissime limosine giornaliere, molte mensuali e non lievi a varie famiglie, a qualcuna delle quali fino 50 lire, senza dire di altre che ne avevano e 20 e 30 in ogni mese. E però la sua vita fu un contrasto di generosità con gli altri e di economia con sè. Fortuna per i poveri che ne ereditava il cuore, se non tutte le sostanze, la molto gentile e pregevole signora Marianna Gliamas sua vedova.
Ebbe ingegno e istruzione. Fu cortesissimo sempre e sempre cavaliere, non dimenticando mai i doveri a cui era obligato pel nome della sua famìglia fra le più antiche ed illustri di Napoli.
Era decorato della medaglia di Sicilia, della commenda di s. Giorgio e della chiave di maggiordomo.
Ferdinando II che disprezzava tutti, a cominciar da quelli che nel decennio seguitarono l'avo in Sicilia, volendo un giorno prendersi giuoco di Tuttavilla, che trovandosi di guardia nella reggia, avea sul petto la medaglia di Sicilia detta del costante attaccamento, gli si accostò: e facendosela saltellar fra le dita, in sembiante di sarcasmo gli chiese come era che egli la portasse ancora.
« Per coloro che la portano, rispose Tuttavilla, la vote stra famiglia regna ancora ».
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