Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
7 luglio 1869
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Le donne del vicinato cominciarono intanto a gittar vaghi monosillabi dapprima, qualche frase dappoi. Su-surrarono nomi, parlarono da ultimo di monete d'argento vedute tre mesi innanzi ad un marito e di orecchini ritolti dal banco delle pignorazioni ad una moglie due giorni dopo che il padre dell'uccisa ebbe in casa, da ladro rimasto ignoto, un primo furto di dieci piastre.
E quel marito e quella moglie vennero tratti in carcere, quando dai fatti e dalle voci raccolte la questura con rara abilità scopri, seppelliti nel giardino contiguo, il danaio e gli ori involati.
I due incolpati erano Antonio Cotena, di anni 28 , di professione accenditore dei fanali a gas, e Maria Ciuccio, giovine a 19 anni, lavandaia: ributtante il primo all'aspetto, non dispiacente Y altra.
Essi abitavano di rincontro ai Trombino: e la fanciulla, più che con altra del rione, era dimestica con Maria che spesso aiutava pure a fare il bucato.
Maria durante lo svolgere del processo si è sciolta spesso in lagrime e ha sempre cercato di tenere il volto coperto. Su lei non pesava che l'accusa di complicità nel primo furto e di aver ricettato il secondo. E pure questa accusa parea che tanto le stesse sul cuore da farle mancare la forza a guardarsi d'intorno.
Antonio, accusato di furto e di omicidio, è sempre rimasto freddo, impassibile, e con le mari continuamente nascoste, quasi timoroso, come gli ha detto il procu-rator generale, che denunziassero il suo misfatto.
II cav. Bussola che è appunto il procurator generale è stato cosi logico, così accurato nell'esposizione e nell'aggruppamento dei fatti, così eloquente e tanto forbito nel dire che tutti gli uditori, e parea non ve ne fossero nel-
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