Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
24 luglio 1869
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ni e da ultimo del codice. Sarebbe un'abbondante ed onorata raccolta, che come quella del municipio, fra pochi anni non ci troveremo più in tempo di fare, perchè ogni giorno questi nostri antichi libri si rendono meno facili a rinvenire : e perchè, cercati sempreppiù dallo straniero, scompaiono d'ora in ora.
La Germania sopra tutte la forma in vece nostra, come quella a cui, per le continue richieste che ne fa, s'inviano siffatte opere nelle quali, specialmente per dritto feudale e canonico, non che per regalia, giuridi-zione e modi di succedere si trovano tesori dì sapienza.
La storia più gloriosa dell'ingegno e della dottrina napoletana l'ha il foro che pur non possiede un solo dei tanti libri che pubblicò e donde gli venne tanta rinomanza in Europa. Nè sarebbe vanità, come taluni pos-son credere, il raccogliere tali opere credute inutili dopo la venuta delle nuove leggi. Tra le moltissime qui-stioni che sorgono appunto da queste e che si agitano ogni dì nel foro, poche vi sono che non si leghino alle nostre antiche tradizioni. E forza quindi rinvenire negli scritti dei nostri maggiori il germe della loro soluzione, tanto più se si consideri esser le leggi di soppressione, dì conversione e di liquidazione dei corpi morali ed ecclesiastici la più doviziosa materia da essi trattata.
Il cav. Giuseppe Talamo, oggi consigliere della corte di cassazione , quando alcuni anni sono era presidente del tribunale civile, concepì il disegno della biblioteca di cui ora fo parola. Questo disegno cominciava pregando tutt' i magistrati ed avvocati napoletani a farsene fondatori: i quali doveano dare una copia delle proprie opere e dei duplicati che per avventura possedessero delle altrui così moderne che antiche, e una lira al mese perLjOOQle
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