Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
settembre 1869
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ria, la carta bollata, la tassa del registro, i beni del demanio e delle ferrovie, l'immodicilà delle spese, la grande piaga delle usure, l'inesatta conoscenza degli uomini e delle cose. Il capìtolo III. ha per titolo Riforme che propongonsi. L'ultimo, Benessere delle classi povere ed operaie. Se quelli che da allora iu poi hanno governato il regno d'Italia avessero studiata questa memoria, non tutti al certo, perchè già fatti, ma molti sarebbero stati i mali che ci si po-teano risparmiare in ogni branca dell'amministrazione, nessuna esclusa. E nel 1864 si era ancora in tempo, se si fossero ascoltati gli uomini dotti ed onesti, siccome il de Monte.
Passano cinque anni: ma le sue autorevoli parole rimangono disgraziatamente perdute.
Che fare ?
Amico vero della patria, della dinastia e del principio italiano, egli ritorna su lo stesso argomento , lo svolge in più ampie proporzioni, e due mesi innanzi alla sua morte dà a luce un'altra opera Sulle finanze italiane. Quest'ultimo scritto, che può dirsi il suo testamento politico, dovrebbe essere in Italia il vade mecum di ogni ministro, di ogni senatore, di ogni deputato , di tutti i pubblicisti, essendo il solo lavoro veramente grave che da dieci anni si sia pubblicato su le nostre finanze. Ogni linea , direi ogni parola , è una verità spaventosa , ma detta con la maggiore calma possìbile: è una verità che fa piangere. Nelle ultime cinque pagine l'autore riassume quanto ha detto nel oorso del libro. E il libro vi cade allora dalle mani, e voi lo maledite come a colui che senza pietà vi gitta nell'animo lo strazio e la desolazione narrandovi una sciagura che era meglio ignorare. MaLjOOQle
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