Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
settembre 1869 443
mento dei censi e dei canoni dovuti alle mani morte e su la dotazione della Corona.
Bastarono queste due volte per fargli comprendere che colà non potea soddisfare interamente all'unica ambizione del sua vita: quella di fare il bene del paese. E dal 1862 decise di non più ritornare al senato. Però il processo Persano e la legge che aboliva le corporazioni religiose ve lo chiamarono di nuovo dando in quell'aula le ultime pruove della sua indole indipendente e del suo pensiero.
La natura e la fortuna furono prodighe verso di lui. Quella nei pregi non solo della mente e del cuore, ma della persona che gli diè alta e maestosa : questa facendogli toccare in consorte una rara donna, Maddalena, figliuola che fu del consigliere di appello Pasquale Franceschini, con cui procreò sei figliuoli. Di essi, i due maggiori seguono onoratamente le tradizioni paterne: il primo, Luigi, consigliere del municipio di Napoli, nell'avvocheria: il secondo, Giovanni, nel magistrato dove siede vicepresidente del tribunale civile: entrambi in istima all' universale per le stesse virtù del loro illustre genitore.
Nel dì seguente la spoglia mortale del de Monte fu trasportata in Napoli ove l'attendea,per farle onore e accompagnarla al sepolcro, l'eletta parte del nostro foro e di tutta la cittadinanza. Il comm. Giuseppe Vacca, senatore del regno e procuratore generale della corte di cassazione, lesse in sì dolorosa congiuntura un discorso di cui mi piace onorare la mia Cronica,nella quale per la prima volta viene pubblicato, facendone dono in pari tempo ai miei lettori nella pagina che segue.
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