Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
5 ottobre 1869 455
ce si leva a prò di lui. E i camorristi, a voti unanimi, senza ammettere nessuna circostanza attenuante, lo dichiarano vigliacco e indegno di appartenere alla loro compagr a.
Nell'udire llnappellahile sentenza, il misero non regge all'onta che lo colpirebbe dall'essere discacciato, gli vien meno la voce, dà in atti disperati, si scioglie in abbondanti lacrime.
E una pietà vederlo in tale stato. I camorr isti si guardano fra loro. Anch' essi finalmente sono uomini, e si sentono commossi. Ma sentono pure tutta la dignità del loro mandato che non consente per riguardi umani di manomettere la legge. Venuti intanto a più mite consiglio, non ritrattano la sentenza pronunziata, ma vi aggiungono che se egli fra quindici giorni ucciderà il suo offensore, del fatto avvenuto non si terrà più conto.
La gioia dì poter tornare nella stima pubblica e di esser ascritto alla camorra con un fatto degno di lui, mette il condannato quasi fuori di se, e giura che in quel giorno medesimo lo avrebbe ucciso.
Finiva appena di pronunziare il suo giuramento, quando la forza pubblica entra nella taverna e s'impadronisce di tutti: dei giudici e del condannato.
Undici di essi hanno avuta oggi la pena della reclusione e cinque quella del carcere.
La sala dell'udienza era ingombra di donne loro appartenenti e di molti affiliati alla setta. Ma nè i giurati, nè i giudici si sono lasciati intimidire dai loro minacciosi ceffi e dai loro atteggiamenti. I carabinieri hanno dovuto usare la forza, senza però venirne male ad alcuno, per far cessare l'inverecondo baccano di tutte quelle fe-
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