Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
1 i ottobre 1869
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clali si faceva sentire che qualche alunno sarebbe venuto a profittare di uno studio che non era possėbile fare altrove. Ed ora il pensiero, pių volte meditato, vien messo in atto dai due decreti che io sottopongo alla firma della M. V.
Ŧ Innanzi tutto era mestieri esaminare se l'antico Collegio dei Cinesi veniva soppresso dalla legge 3 luglio 1866. La direzione del fondo pel culto , il ministro di grazia e giustizia , il Consėglio di Stato concordemente giudicarono che l'istituto non era un ente religioso colpito da quella legge. Poteva considerarsi come istituzione laica, e ritenere il suo primitivo carattere. Importava poi sommamente il serbargli quel carattere, se l'Italia voleva mantenere nelle sue mani uno strumento efficace ad agevolare la via al suo commercio e portare la sua preponderanza politica, come le altre grandi nazioni fanno, in quelle regioni dell'Asia. Tale č l'indole di quei popoli che, nonostante l'intervento continuo di mercanti, di uomini di Stato, di eserciti e occupazioni europee, tuttavia il missionario religioso resterā ben lungo tempo ancora il precursore dell'incivilimento europeo , il mezzo pių efficace a promovere le pacėfiche relazioni, il primo a penetrare sicuro nei luoghi non e-splorati ancora dalla scienza , nč aperti dalla cupidėtā dei guadagni o dalla violenza delle armi. La Russia, l'Inghilterra, la Francia si fanno precedere ed aprire la via dai loro missionari : l'Italia non puō fare minore assegnamento sopra le sue missioni. E certamente, se questo carattere fosse tolto al Collegio asiatico di Napoli, la prima ed inevitabile conseguenza sarebbe quella dė perdere immediatamente ogni modo a richiamare e trattenere fra noi quei cinesi ed indiani, che solo la forza del-
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