Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
30 novembre 1869
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l'arte, ma poco opportuni in questa ricorrenza. Trattandosi di alternare con musiche allegre il settimino di Er-nani e il giuramento degli Orazi e Curiazi, pezzi soverchiamente seri e non so quanto adatti ad una festa, sembra che vi era pur da scegliere frale opere dei maestri napoletani, invece di aver ricorso a due valzer di fattura straniera.
Lascio al giudizio degli artisti la sinfonia del Merca-dante, io che non ho l'onore di appartenere al loro ordine, ma a quello del pubblico. Temo però che se coloro che adesso l'hanno intesa, seguiteranno a dirne quelle maraviglie che se ne eran profetizzate prima di sentirla, non troveranno tutti del loro avviso.
Saggio consiglio era pur quello di sonare, non in princìpio come si è fatto , ma come ultimo dei sette pezzi, la sinfonia dì Rossini. Sarebbe stata veramente la borine bouche che dicono i francesi.
A finirla, se l'esecuzione non fosse stata più che ottima, questa parte della festa potrebbe, senza usar frasi ambigue, dirsi sbagliata.
Durante la musica il real principe e l'augusta duchessa a quando a quando si faceano di fuori al balcone seguiti or da uno, or da un altro dei signori e delle dame invitate alla veglia che pel fatto dell'illuminazione vi è stata questa sera nel real palazzo. Tutti dalla via, compiacendosene, ammiravano i magnifici parati di colore amaranto che coprono le mura di quelle vaste sale e gli splendidi lampadari, le ricche suppellettili e fino i moltissimi quadri, che quasi tutti di pittori nostri, riuniscono nella reggia molte fra le più pregevoli opere dell'arte moderna napoletana. La sera così mite da sembrarLjOOQle
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