Cronica Giornaliera delle Province Napoletane di C. De Sterlich
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cronaca napoletanaLe feste di questi giorni si rannodano ti considerazioni che a niuno il quale ami il paese hanno potuto sfuggire.
E dapprima sorge quella del bene materiale che ci venne e che di leggieri non può misurarsi per l'immenso danaro lasciato nella nostra città da tutti coloro che vi trassero a bella posta in questa congiuntura. Per esse i negozianti di svariate merci, di abiti, di cappelli , specialmente a Toledo: gli orafi nella loro antica piazza e in via Sangìacomo: i cocchieri da nolo: i conduttori di alberghi, di trattorie, di caffè: gl'impresari di teatro, tutte insomma le industrie, dalle più modeste alle più considerevoli,' tornarono per ragion di questi giorni ad una vita novella. Nè va dimenticato il benessere, in molti duraturo, a cui salirono pur tanti per opera del municipio e dei soccorsi dati dal re e dal ministero di guerra, onde si ebbe sollievo un largo numero di persone e tau-te lagrime si asciugarono. Nè parlo dei cento e cento artefici ed operai per lo stesso fatto provveduti di lavoro, non dell'onore che Napoli colse per lo splendido modo col quale ha sostenuta così grande solennità, non della fama venuta ai cultori delle belle arti per la gara in cui si posero nelle opere ad essi affidate o che spontaneamente presero a fare, non del civil nome che lasciò , dì sò l'intero popolo per la tranquillità mostrata in tanto strano convenire e muovere dì gente.
Ma qui sì presenta una considerazione di alta importanza politica per noi.
Due princìpi nasceano in questi ultimi tempi alla casa di Savoia. Or dove Vittorio Emmanuele andava a cercare i titoli con cui entrambi dovranno un giorno presentarsi alla nazione ed all'Europa?
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