Storia di Roma di Ettore Pais
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CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
spirito, di questo strumento si valevano per perpetuare, prima con i canti e lo sacre memorie dei templi, poi con la prosa storica, il ricordo delle gesta nazionali. (')
11 semplice ma attento esame di questi fatti basterebbe a dimostrare (se non ci fossero molti, anzi infiniti argomenti particolari che poi studieremo) come ciò che ci viene raccontato quale autentica storia romana dell'etti più antica non debba essere giudicato tale. È infatti certo che la memoria sincera delle gesta romane e in generale di tutti i popoli italici non risale al di là di quel tempo in cui comincia la sicura cognizione, da parte dei Greci, dell'Italia Meridionale e della Sicilia, o diremo meglio, del tempo in cui, accanto a quelle della propria stirpe, i Greci rivolsero la loro attenzione alle vicende dei barbari con cui venivano a contatto. Ma se per effetto di questa facile ed ovvia considerazione cade da se la supposizione che vi sia un contenuto storico nel racconto delle antichissime gesta romane, resta che ci domandiamo quale sia stata la genesi di codesta pretesa storia e che cerchiamo determinare fino a che punto essa fu frutto di tarda speculazione letteraria e politica; ossia quali furono gli elementi reali che suggerirono una tale formazione, d'onde partirono gli im-
(') Su tutto quanto ho detto finora v. la mia Storia d. Sicilia c d. Magna Grecia, 1, cap. 1 e li. Ilo dato di questo concetto un più ampio svolgimento nella mia memoria : I Bebrici dell' Asia Minore c dei Pirenei, edita nei miei Studi Storici, IV (Pisa, 1895), p. 81 sgg. Alla cognizione storica dell'Occidente, non contribuì che assai poco, per non dir nulla, l'annalistica punica. Giuseppe Flavio, che con tanto acume combattè la veridicità della storiografia greca, c. Ap. 3 sqq., è ben lungi dall'asserire sempre il vero allorché parla delle bontà ed antichità degli annali orientali. Le memorie degli Ebrei, che si reputavano autentiche, anzi divine, furono falsificate in età recente non meno di quelle fenicie da lui pur ricordate; o quel poco che ci è riferito dagli antichi circa le date di Cadice, di Ansa, di Cartagine, anziché notizie sincere nazionali, rivela parallelismi con la fantastica cronologia greca, rispetto al tempo della guerra troiana ed all'invasione dorica.
Il che si spiega tenendo presente la grande efficacia della cultura ellenica sui Fenici e sui Cartaginesi. Gli annali dei primi lo stesso Giuseppe Flavio apprendeva da Menandro Efesio. La fondazione di Cartagine era oggetto delle ricerche di Filisto e di Timeo, e se anche i Cartaginesi cominciarono di buon'ora a distendere annali, questi non esercitarono efficacia sulla storiografia greca. Va anzi pensato l'opposto.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (27/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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