Storia di Roma di Ettore Pais

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      LA TRADIZIONE ORALE, I CANTI CONVIVALI.
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      i duelli di un Valerio o di un Manlio Torquato con i guerrieri galli parrebbero contenere qualche tratto derivato da tali canti. Ma anche in questo caso non siamo sicuri che quelli che appaiono a primo aspetto elementi di carattere poetico, non derivino invece da quelle memorie domestiche di famiglia e dalle a laudationes funebres „ di età più antica, in cui si coglieva l'occasione di ricordare le gesta più o meno autentiche di tutti gli antenati. Che se anche derivassero dai canti intuonati nei banchetti, di cui parlava Catone, avremmo una prova di più del debole valore storico della tradizione orale, dacché gli stessi fatti, e lo vedremo a suo tempo, venivano altrove riferiti in modo diverso o per altri tempi. Sarebbe del resto, secondo a noi pare, strano procedimento critico assegnare a codesti canti valore diverso di quello che avevano le laudazioni funebri, contro le cui menzogne protestavano con energia i più autorevoli scrittori romani, come Cicerone e Livio. (') Gli accenni storici in essi dovevano, del resto, essere vaghi e come nelle memorie funebri erano ripetute per diverse persone gli stessi fatti; ed un'analoga osservazione va certamente fatta per lo nenie cantate dalle prefiche. È chiaro infatti che codeste donne, le quali vendevano le funebri lodi, non dovevano comportarsi diversamente da quelle che esistono tuttora presso genti non interamente trasformate dalla civiltà moderna, e che esse recitavano un complesso di formule, diremo così, stereotipate, a seconda della maggiore o minore nobiltà del defunto, tenendo conto ad esempio se fosse stato piuttosto un valoroso guerriero od un pio sacerdote. Il niun valore cronologico di codesti canti è appena necessario mettere in rilievo. La tradizione orale, dovunque ed in tutte le età, suole infatti serbare un vago ed indistinto ricordo di fatti anche lontani, ma non tiene mai esatto conto dei termini cronologici. Per questo lato essa è anzi la fonte più ampia di ogni genere di anacronismi. È singolare del resto che Cicerone, allorché ha occasione di far ricordo dell'esistenza di codesti canti, si riferisca esclusivamente all'autorità di Catone. Ciò
      (l) Cic. Brut. 16, 61 sq. Liv. Vili. 40, 4. Giustamente Tacito, atiu. Ili, 5, ricorda assieme * carmina et laudationes et lacrimas vel doloris imitameuta


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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