Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      potrebbe dare occasione al sospetto che di tali canti non facessero parola gli altri annalisti. Ad ogni modo Cicerone dichiara esplicitamente che all'età sua erano periti. Ma se questi canti erano stati raccolti all'età di Catone, ed avevano meritato di diventare fonte storica, non si comprende come non si fossero conservati allo stesso modo dei canti saliari, del carme dei fratelli Arvali e non ne avessero serbato qualche memoria le antiche famiglie romane che all'età di Catone erano cosi gelose custoditaci delle più o meno autentiche memorie avite. Tutto al più parrebbe doversi pensare che ciascuno dei più vetusti annalisti dell'età di Annibale avesse inserito nelle memorie domestiche il contenuto di alcuni di essi. Ma è oltre-modo lecito dubitare che di questi canti, almeno rispetto alle età più vetuste, avesse fatto uso Catone, sebbene fosse il solo od uno dei pochi che li ricordassero, dacché questo autore, col togliere dalle sue storie il nome elei duci e con l'inserire solo le gesta autentiche e gli atti di valore reale, senza tener alcun conto del grado di colui che li commetteva, e se questi fosse stato un nomo anziché un elefante, protestava nel modo più efficace contro le menzogne delle memorie e le vanterie delle genti romane. (') E se praticamente dei canti convivali fece poco uso Catone, uno dei più autorevoli ed assennati annalisti romani, con maggior ragione non se ne valsero i più vetusti scrittori greci ai quali per mille motivi erano ignoti, e che solo sul finir del IV secolo venivano a conoscenza, come fra poco diremo, dell'esistenza del costume delle prefiche anche presso i Romani.
      Uno scrittore del III secolo del genere di Timeo, il quale scriveva, quando ormai Roma era diventata lo stato più potente della Penisola, trovandosi in possesso dei vari criteri storici ed etnografici, che erano il frutto della secolare esperienza critica greca, dacché
      (') Plin. jYli. Vili, 11 u certe C'ato cum imperatorum nomina detraxerit, eum qui fortissime proelintus esset in Punica acie Sunim tradidit vocatum altero dente mutilimi „. Sul tribuno Cedicio v. apd Gell. N A. ili, 7. Dicendo Cicerone, Jirut. 19, 75, dei canti ricordati da Catone w canti tata a singulis con-vivis „ lascia pensare clie ognuno dei presenti celebrasse le gesta dei propri antenati.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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