Storia di Roma di Ettore Pais

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      14 CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      cedere di un intelletto largo ed indagatore come ((nello di Erodoto rispetto alle popolazioni indigene delle varie regioni occupate dai Greci ci è noto. Ma dal silenzio clic questo autore tiene rispetto a Koma sarebbe imprudente ricavare qualsiasi illazione. Erodoto tace bensì di Roma ma ricorda gli Agillei, ossia i Ceriti dell' Etruria, non meno dei Cortoniati dell'Umbria. E poiché codeste città, come tante altre vengono da lui nominate a modo di episodio e pressoché casualmente, non è per nulla strano che tacesse di altre non meno importanti. Roma, la città posta alle foci del più grande fiume dell'Italia Cisapenninica, non era certo meno cospicua di Coro, e ad Erodoto dovette mancare l'occasione di parlare di lei allo stesso modo per cui non ebbe realmente agio di accennare a Pyxus ed a Cuma, a detta di Tucidide, la più antica colonia greca fra tutte quelle d'Italia e di Sicilia. Ma anziché perderci in vane congetture rispetto a questioni per natura loro controverse ed a cui non ci ò concesso dare una risposta adeguata, gioverà ricordare che fonte precipua della più antica storia di Roma furono gli scrittori greci dell'Italia Meridionale e della Sicilia.
      Della Sicilia sopratutto; dacché a partire dai primi decenni del secolo V, vale a dire dopo la battaglia di Imera (480 a. C.) i Siracusani erano diventati lo stato principale di Occidente. Le città italiote dovettero a malincuore riconoscere la supremazia di lei, e sopratutto per l'ampio tratto che dallo stretto di Messina va sino alla Liguria, nessuna città, salvo Cartagine e Marsiglia, osava ormai contrarre il libero passo alle navi siracusane. Nel 474 a. C. le navi di Jerone intervengono a favore di Cuma a danno dei Tirreni, la cuise ad Kcateo poteva esser noto un numero maggiore o minore di certe località poste sulla costa, non dovova avvenire lo stesso rispetto a Ninaia, a Kyterion, ad Arinthia, fr. 30 sqq. Al., tutte località che vengono espressamente ricordate nel centro dell'Enotria e che con maggiore o minor fortuna o ragione gli studiosi della storia calabrese credono poter ritrovare nel nome di qualche moderno villaggio. Tali località e cognizioni, anziché un logografo del principio del V secolo, presuppongono uno scrittore paesano ed uno svolgimento politico molto posteriore. Del resto Callimaco faceva anche il nome del falsario ed i suoi dubbi valgono assai più degli scrupoli della critica conservativa di alcuni moderni.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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