Storia di Roma di Ettore Pais

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      FI LISTO, ATAN1DE, ANTANDRO, CALLI A.
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      Fra Antioco e Timeo, vale a dire in quel secolo e mezzo che dalla pace di Gela va sino all'arrivo di Pirro, più di uno storico siracusano aveva avuto occasione di accennare alle vicende dei Tirreni, dei Romani e degli altri popoli della Penisola. Ma a noi basterà ricordare Filisto di Siracusa, il ministro di Dionisio I, che gli anni dell'esilio sulle sponde dell'Adriatico consolò con lo scrivere le storie del suo tempo, il quale faceva tanto menzione dei Liguri e degli Umbri quanto dei Tirreni e dei Sanniti e che narrava, sia pure a modo suo, la storia delle relazioni di Dionisio 1 con gli indigeni della Penisola. (') Ricorderemo pure Atanide siracusano, espositore del regno di Dionisio II e delle gesta di Dione, infine Antandro e Callia, gli storici di Agatocle. Quanto nelle opere di costoro si contenesse intorno alla storia di Roma non abbiamo più modo di sapere; ma certo vi dovevano essere ampie informazioni nello scritto di Filisto, ed una teoria accolta anche dai Romani sull'origine della Città pare vada collegata con costui. Dai pochi frammenti di Callia apprendiamo inoltre come al tempo di Agatocle fosse già preponderante la storia della origine troiana dei Romani e quella dei due gemelli autori della Città. (*) Prima ancora di Callia la storia dei Romani aveva incominciato a destare l'attenzione dei Greci della madre patria. Verso il 310 si compieva un fatto assai importante, destinato a dare ai Romani la preponderanza nella Penisola. I Galli venivano per la prima volta messi in fuga da costoro, i quali, poco dopo, riuscivano ad imporre la loro alleanza ai Campani ed a soggiogare l'intero Lazio. Questo fatto, che si compieva, verso gli anni in cui Timoleonte, dopo aver vanamente cercato di infondere nuova vita all'ellenismo di Occidente, spariva dalla scena del mondo, doveva fare una grande impressione anche sugli stati della Grecia propriamente detta. Gli scrittori della madre patria non avevano per vero dire trascuratocessore di Siculo venuto da Roma, v. Dion. Hal. ih., cfr. 12. Ma siccome Antioco l. c. diceva che il regno di Morgete si spingeva già sino a Taranto ed a Posidonia, è diffìcile che egli pensasse ad una oscura località sannitica, anziché alla celebre città posta sul fiume maggiore dell'Italia cisapenninica.
      C) Philist. fr. 2, 23, 39 sqq. M.
      (') Uall. apd Dionys. Hal. I, 72. Cf. Fkst. p. 26G s. v. Romani.
      pais, Storia di Jioma. Voi. i. 2


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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