Storia di Roma di Ettore Pais
1S CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
anche per le età passate di occuparsi della ricca Penisola. Sopratutto gli Etruschi, grazie alle piraterie, alla ricchezza di miniere di rame, all'abilità con cui lavoravano questo metallo, infine al favore con cui accoglievano i prodotti agricoli ed industriali della Grecia, avevano attirato l'attenzione degli scrittori del secolo V, come Erodoto, Ella-nico, Cl izia. Ma la formazione di un grande stato nel cuore d'Italia era un fatto per cui gli scrittori di cose politiche dovevano assegnare ai Romani un'importanza molto maggiore di quella che avevano loro concessa per l'innanzi. Perciò, a parte Eforo, che sotto la preoccupazione di vari fenomeni di questo genere, nella sua storia destinata a raccogliere le gesta di tutto il mondo antico non sdegnava occuparsi con cura dei popoli barbari, il suo coetaneo Teopompo, nelle storie filippiche, raccontava con cura i costumi delle varie popolazioni italiche e discorreva della presa di Roma fatta dai Galli. (l) Perciò di questi non meno che di altri fatti si mostrava informato Aristotele, il quale narrava dell'origine troiana della Città e si mostrava al corrente tanto del costume delle donne romane di baciare tutti i parenti, (*) quanto dell'usanza di celebrare per mezzo delle prefiche le virtù dei defunti. (8) Per questa via si dovettero naturalmente mettere tanto l'ateniese Diillo, il continuatore della storia universale di Eforo, che dava particolare rilievo alle gesta dei greci di Occidente, (*) quanto Duride, tiranno ed in pari tempo
(') Tiieop. apd Plin. NIL III, 57. Da vari frammenti di Teopompo, 142 sqq. M. si ricava che egli doveva discorrere con qualche diffusione dei popoli indigeni d'Italia. Dal fr. 114, qualora gli appartenga, si dovrebbe ricavare che narrava anche i miti delle principali città, ad es. di Cortona.
(2) Aristot. apd Dionys. Hal. I, 72. Plot. Rom. 6, cfr. Caw. 22. Altrove ho già fatto osservare che può essere oggetto di discussione se il passo di Aristotele citato da Dionisio non si debba mettere in relazione anche esso con Antioco, che pare essere stato fonte di questo filosofo, v. Polii. VII, 9, p. 1329 Bkk., dove discorre dello usanze degli Itali di razza enotrica, le cui sedi giungevano sino al mar Tirreno. Anche il Lazio è considerato da lui come terra osca.
(3) Yarr. d. I. Ij. VII, 70 * [praelìca] dieta ut Aurelius scribit mulier ab luco quae comincerei quae ante domum mortili laudis eius cauerent. Hoc fa-ctitatum Aristoteles scribit in libro qui inscribitur vó{ii}ia JSapSapixà Se non m'inganno questa notizia Aristotele porgeva là dorè discorreva delle altre usanze dei Romani.
O Dion. XVI, 14; 76.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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