Storia di Roma di Ettore Pais
ESAME DEGLI ANNALI MASSIMI.
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noi conosciamo rivela, una imitazione così diretta degli scrittori greci, tale abbondanza di parole, o diremo meglio, tale garrulità, quale era bensì degna di quelle ciancio di barbieri che Polibio rim-
dei monelli romani e quella del miracolo del tempio della Fortuna, fra questa ed il racconto del miracolo della statua di Giunone Regina di Veio, Liv. V, 21, che pare derivata dalla annalistica religiosa. Se i commentari dei pontefici erano in tutti i casi semplici protocolli di sedute o di indicazioni rituali, non si capisce come vi si raccontasse per disteso la storia dei miracoli e tanto meno come mai Cicerone facendo, si badi, la storia dell'eloquenza e parlando del pontefice massimo Coruncanio, Brut. 14, 55, potesse dire " ex pontificali! conimentariis longe più-rimimi ingenio valuisse videalur „. La parola cominentarium „ è usata anelivi qui da Cicerone, ib. 60. per ricordare antichi libri di storia. Livio, VI, 1, parladei commentari dei pontefici, anteriori all'incendio gallico come contenenti le indicazioni storiche relative all'antichissima citi a e Dionisio, X, 62, dove ricorda le tspa£ a cui dichiara di aver fede, ha in mente o i libri di magistrati (cf. Liv. IV, 7, v. oltre al cap. IV) ovvero annali. In breve pur convenendo che nei commentari dei pontefici, come appare ad es. da Livio, XXXi, 9, da Puh. -V//. XV1I1, 14, cfr. Cic. de domo, 136, Dionys. Hal. NI, 36 -tòv Ispùjv ouyypa^a:, si contenessero protocolli e atti relativi alla religione ed al diritto pontificio, insisto sul fatto che accoglievano anche materia storica, una specie di storia sacra, come appare da quella di Pico e di Poniona di Circe (dunque sotto l'efficacia greca) che era narrata nei libri pontifici, v. Serv. ad Aen. VII, 190. Non tengo qui conto dell'onV/o gentis Romanae, 7; 22, che mi condurrebbe forse ad affermazioni ancora più ampie perchè, sebbene dopo le osservazioni del Moninisen sia riconosciuto che questo opuscolo è anteriore a Paolo Diacono, nondimeno non è da tutti, e forse ingiustamente, considerato come compilazione di cui ci si possa interamente fidare. Ma. anche rinunziando a quell'opuscolo appare chiaro che i commentari avevano talora un contenuto analogo a quello degli annali massimi e che erano scambiati con essi, perciò Ovidio, fast. IV, 11, dichiara che la sua illustrazione del calendario è " annalibus eruta priscis „. La materia dei commentari e degli annales era spesso la medesima, allo stesso modo che parte dalle più antiche cronache veneziane derivano dai sacri cataloghi dei patriarchi di Aqnileia, compilati nella cattedrale di Grado, v. Monticolo, cronache veneziane antichissime, 1 (Roma, 1890j, p. Vili sgg. E così ai più antichi annali genovesi del Caffaro tiene dietro l'elenco degli arcivescovi delle città. Per analoghe ragioni Catone, * nelle origini, , trattava il diritto augurale, il pontificio, il civile. Cic. Cat. 11, 38. e Fabio Massimo il più antico annalista romano, accanto alla sua storia, componeva libri pontifici, v. i frammenti raccolti dal Hrembr, Iurisprudentiae antehadrianae, I, p. 9 sqq. La miglior prova del resto che la materia dei commentari e dogli annali era spesso la stessa è data dalle notizie pervenuteci rispetto alle leggi dei sette re, le quali erano pure riferite nei commentari e che si trovavano nei più antichi annalisti, v. ad es. i frammenti di Cassio Emina, apd Plin. SH. XVIII, 7; XXXII, 20, cfr. Bkuns, fontes iuris antiqui, p. 1 sgg.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (54/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Polibio Fortuna Giunone Regina Veio Liv Cicerone Coruncanio Brut Cicerone Dionisio Livio Puh Dionys Ispùjv Pico Poniona Circe Aen Romanae Moninisen Paolo Diacono Ovidio Aqnileia Grado Roma Caffaro Catone Fabio Massimo Hrembr Iurisprudentiae Cassio Emina Plin Livio Liv Cic Hal Serv Vili Cic Cat
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