Storia di Roma di Ettore Pais

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      3GCAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      contenenti una redazione più ampia e notizie di fattura bensì recente, ma che pretendevano risalire a tempi più antichi; ed a queste ultime paiono riferirsi le parole di Dionisio, dove si accenna alle origini mitiche di Roma secondo le dottrine dei Greci. (') La perdita dei primitivi monumenti, che del resto, al pari dei libri liutei degli auguri conservati nel tempio di Giunone Moneta, potevano essere più fonte di cronologia e di fasti anziché di storia, (*) dette occasione secondo ogni verosimiglianza ad una ardita fasificazione dello stesso genere di quella che i pontefici fecero a proposito dei commentari dei sette re, di cui pretendevano conservare le leggi, e delle sacre disposizioni, che si dicevano già in parte edite da Anco Marcio e poi trascritte e nuovamente pubblicate dal pontefice massimo C. Papirio, dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo. (3) Ma codesto C. Papirio, che non è diverso da quel M. Papirio, che da taluni si diceva essere stato pontefice al tempo della caduta dei decemviri, in luogo di Q. Furio ricordato da altre fonti, (4) è una fantastica creazione fatta da quei Papiri, che sino dal tempo della seconda guerra punica conseguirono il pontificato. ('')
      (') Dionys. Hal. I, 73 sq.
      (2) Anche nel caso che i libri dei magistrati fossero stati autentici, come si ricava da quelli citati a proposito del processo degli Scipioni, Liv. 52 (cfr. Mommsen, roeni. Forscìmngen, II, p. 4S0), non davano che elenchi di nomi.
      (3) Dionys. Hal. Ili, 36.
      (*) Liv. Ili, 54, cfr. Ascon. in Comelian. p. 77.
      (s) Liv. XXV, 2. Il Bkeukr, op. cit. p. 132, seguendo del resto un'opinione molto diffusa fra i giuristi, attribuisce la collezione delle leggi dei re a Sesto Papirio dell'ultimo secolo della repubblica e con ciò spiega come mai Varroue e Cicerone non sappiano nulla di tale opera (cfr. Mommsen, roem. Staatsrecht, II, la, p. 43). Ma senza escludere che codesto Sesto Papirio abbia atteso ad un simile lavoro, credo di dovere rilevare che tali leggi e commentari erano già noti agli antichissimi annalisti come Cassio Emina apd Plin. XII. XXXII, 20. Il materiale raccolto da Papirio del III secolo può essere stato elaborato e ripubblicato da un Papirio del I, nello stesso modo che l'annalista Licinio dovette far tesoro del materiale raccolto dal famoso pontefice dell'età di Annibale. Che i Papiri di tempo antichissimo si fossero occupati dei sacra di Roma prova la vecchia legge tribunicia Papiria relativa alla consacrazione dei templi e dell'are, Cic. de domo, 127, clic potrebbe riferirsi al 304 a. C., Liv. IX, 46, 7, ina che nel fatto non si può esattamente determinare dal Iato cronologico (v. auche Mommsen, roem. Staats-rechi, III, p. 1050, n. 1). Cfr. oltre al cap. III.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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