Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAriTOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      strati, di cui abbiamo già fatto menzione, e quella delle tavole dei censori, che si facevano risalire sino all'incendio gallico, anzi persino al tempo di Servio Tullio. (') Di tali falsificazioni sarebbe del resto strano muovere speciale rimprovero ai sacerdoti ed agli uomini di stato romani, dacché essi non si comportavano diversamente da quelli di tutti gli altri stati dell'antichità. Anche i sacerdoti ebrei cercarono di attribuire alla più alta antichità libri e cronache rimaneggiate od anche scritte di sana pianta in età posteriore. E nella cerchia dei popoli classici basterà ripensare per un momento alla leggenda sulla legislazione di Licurgo, sorta non prima del secolo V, ai pseudo annali dei Messeni inventati nel IV secolo ed alla falsificazione degli annali degli Spartani e dei Sicionii, di cui abbiamo già tenuto parola.
      La convenienza di una compilazione ufficiale degli annali dello stato, da parte dei sacerdoti romani, che erano allo stesso tempo uomini politici, era resa evidente dal bisogno di suffragare con l'autorità di pseudo documenti, che si fingeva di credere molto vetusti, l'opinione che i Romani, anziché un popolo recente di predoni, come si diceva, erano una antica e nobile prosapia affine ai Greci, anzi greca addirittura. Occorreva inoltre creare e fissare una specie di storia ortodossa che avesse valore canonico di fronte alle centinaia di leggende fra loro contrastanti e non sempre vereconde, che erano narrate dagli scrittori ellenici. Costoro infatti, anche nel caso in cui fossero inspirati da sentimenti di devozione piti o meno sincera verso lo stato vincitore, non sapevano spogliare i loro miti da quel senso di naturalismo o di erotismo che era congenito alla loro indole, che conveniva ai loro costumi, ma che repugnava addirittura al carattere sobrio ed austero del popolo romano, il quale realmente si sentiva superiore ai Greci e in ogni suo atto posava per apparire nobile e maestoso davanti ai vinti. Perciò le leggende escogitate dagli scrittori greci, che erano ormai riuscite a penetrare nella coscienza romana ed a far parte del patrimonio storico nazionale dovevano essere epurate ed esposte in modo de-
      (') Dionys. Hal. I, 74, IV, 22. Rimando di nuovo su ciò al cap. IX.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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