Storia di Roma di Ettore Pais
IL POEMA STORICO. NEVIO, ENNIO E GLI ALESSANDRINI. 41
prisci Latini. Si comprende quindi senza troppa fatica come i Romani abbiano avuto il buon senso di scambiare Stercuzio e Pilumno per Castore e Polluce e si siano lasciati conquistare dalla poesia epica della Grecia. (') Ma se Nevio ed Ennio cantavano in versi le gesta storiche dei Romani, ciò non indica affatto che si riportassero con il pensiero a forme più antiche, ossia ai primi secoli della Grecia. I poemi che un campano, un calabrese e piìi tardi un pesarese, donavano ai Romani erano schiette imitazioni del genere letterario della propria età, vale a dire della letteratura alessandrina, della cultura di quei dotti che allo stesso tempo miravano ad essere eruditi conoscitori della filologia e della archeologia, non meno che delle scienze e della storia, e che ancor più che per il passato facevano oggetto di poesia e di tragedia le gesta di età storiche. Nevio ed Ennio, sebbene questi si vantasse di avere l'anima di Omero, riproducevano per il Lazio e per Roma ciò che Apollonio di Rodi, Riano di Creta, Licofrone ed Euforione di Calcide avevano fatto per diverse città della Grecia, che Demostene di Bitinia, Museo di Efeso e Simonide di Magnesia compievano in onore dei Seleucidi, dei re di Pergamo ovvero della Bitinia. (4) Il gusto per la poesia storica non ebbe termine con Ennio e con Accio. Gli uomini di stato romani amarono sempre circondarsi di poeti come avevano già fatto i Greci. Una mente positiva come quella di Lisandro sapeva quale potere esercitassero sulla pubblica opinione i pensieri espressi in versi giudicati buoni; perciò conduceva sempre seco il poeta Cherilo, come Agesilao aveva con sé il suo panegirista. (8) Fulvio ebbe il suo cantore in Ennio come Pompeo ebbe numerosi celebratol i delle sua gesta; (*) o lo stesso Mario che pure posava a dispregiatore delle arti e delle lettere accarezzava L. Plozio perchè sperava lo rendesse celebre con i suoi versi. (s) L'amore per il poema storico durò
(•) Srrv. ad Aen. ix, 4.
(2) Su questi ed altri poeti consimili v. Susemiiil, I, p. 381 sgg. (') Plut. Lys. 18, 6. (4) Plut. Pomp. 42, 3.
(*') Cic. pr. Arch. 9. 20, sq. K neque etiim quisquam est tam aversus a Musis qui non mandati versibus aeternum suorum laborum facile praeconium patiatur...
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (64/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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