Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      sino a tarda età. Cicerone, Cesare Augusto tentarono questo genere letterario e da esso, non meno clic dagli ornamenti della retorica degli storici prosastici, derivano alcuni tratti poetici che compariscono tanto nella più antica quanto nella più recente storia della repubblica. Certo da Ennio derivano alcuni tratti poetici nella stessa narrazione liviana. (') Al pari dei poeti alessandrini e per-gameni Ennio era grammatico ed esperto di antichità; e sebbene l'invida sorte ci abbia rapita tanta parte dell'antichissima letteratura latina è nondimeno lecito constatare ed intuire i legami che passano fra Nevio ed il siciliano Timeo e rilevare una parte di quelli che esistevano fra le più antiche letterature siciliana ed alessandrina ed il cantore di Rudie, la cui efficacia fu profondamente sentita così dai posteriori poeti latini come dagli annalisti suoi contemporanei. (2) E lecito anzi domandarsi se la corrispondenza che in più di un caso v'era fra gli u annales maximi „ e gli annali di Ennio, gli K annales „ per eccellenza, anziché dallo studio che il poeta rudi no potè fare dei primi non derivasse dall'uso che i redattori delle opere pontificie fecero degli scritti e della dottrina di Ennio, non meno esperto facitore di poemi e di tragedie che riformatore dell'ortografia latina ed illustratore del calendario romano. (s)
      itaqne ille Marius item eximie L. Plotium dilexit, cuius ingenio putabat ea, quae gesserat, posse celebrari „.
      (') V. oltre al cap. Ili, rispetto alla morte di Romolo.
      (*) La grande dipendenza di Ennio dalla cultura siciliana è dimostrata dalla versione che egli fece nell'opera di Euemero di Messana, «lai titolo della sua opera " Epicarmo „ e dall'uso che fece per la sua tf hedyphagetica „ del poema di Archestrato di Siracusa o di Gela. Per uno scrittore educato a Taranto non poteva del resto avvenire diversamente.
      (3) Che Ennio fosse autore di libri sul diritto augurale era negato da L. Aurelio Cotta, contro l'opinione comune, Sukt. de (/ramni. 1. Tuttavia è notevole che solo dopo la partenza di Pirro si sia incominciato a tener conto di certe norme dell'aruspicina romana, Plin. XII. XI, 186. Ciò fa pensare all'efficacia che potè esercitare Taranto anche su questo lato e che esercitò rispetto ai ludi detti Tarantini, che si facevano nelle località presso il Tevere, detta Tarentum, per mezzo della nota cerimonia con cui si fingeva che un dato terreno o regione fosse quello d'onde derivava il culto straniero così nominato. Ciò si spiega tanto per mezzo della leggenda dell'augure etrusco interrogato da Romolo ri-


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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