Storia di Roma di Ettore Pais
APPIO CIECO, GNEO FLAVIO, SPURIO CARVILIO.
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Dei vari annalisti romani più antichi, in parte coetanei di Ennio, a noi è pervenuto solo il nome. E con i nomi dei piìi famosi qualche frammento. Fabio Pittore, accanto a Ciucio Alimento, per dichiarazione di Dionisio confermata da Livio (') sarebbero stati, come già notammo, i più vetusti narratori delle gesta nazionali. Ma lo stato delle nostre informazioni non ci mette in grado di stabilire fino a che punto l'opera di codesti uomini politici venne preceduta da tentativi più o meno estesi da parte di persone meno cospicue, sino a che punto l'attività di essi venne aiutata e favorita dalla collaborazione di colti schiavi o liberti di nazionalità greca. (') L'attività giuridica e letteraria di Appio Claudio e del suo protetto Gneo Flavio dovettero pur essere collegate con qualche produzione storica. Che quell'uomo meraviglioso, il vero fondatore del diritto romano, in grazia alla sua straordinaria e versatile attività detto dalle "cento mani,» fosse dedito allo studio delle lettere, e delle lettere greche, più ancora che dalla orazione contro Pirro appare dalla riforma dell'alfabeto latino e dal carme di inspirazionespetto al Campidoglio, che voleva si dicesso " Roma „ il punto che egli indicava con la sua verga, quanto dell'acquisto di terra che i Romani fecero fare ad un soldato di Pirro, per potere secondo il diritto feciale denunziare guerra a quel re, (un fatto non simile ma di questo genere registra anche la storia antichissima ed autentica di Firenze, v. Villani, IV, 31). Che ad ogni modo Ennio abbia preso parte alla illustrazione del calendario risulta chiaramente da Censorino, de die nat. 19, 2, ed è appena necessario ricordare che i primi fasti illustrati del popolo romano furono opera di Fulvio, il vincitore di Ambracia, l'amico di Ennio, v. Varr. d. I. L. VI, 33. Censor. 20; 2. Macrob. I, 1,12, sq.
(') Dionys, Hal. I, 6. Livio, II, 40, 10, chiama Fabio " longe antiquissimum auctorem „ nò egli, come nessun altro, fa menzione di un altro scrittore che si possa giudicare più antico.
(2) A partire da Chilone, lo schiavo che educò il figlio di Catone, e che teneva scuola, Plut. Cai. Mac. 20, (per tacere dei grammatici e retori che educarono i figli di Paolo Emilio, Plut. Paul. Aem. 6), da Dafnide, il liberto di Lu-tazio Catulo sino a Tirone di Cicerone ed a Polibio dell'imperatore Claudio, i Romani si valsero costantemente di codesti greci colti. Quanto della dottrina romana sia opera di costoro non possiamo dire con esattezza più di quello che sia lecito verificare quante delle idee politiche di T. Gracco appartenessero al suo maestro Diofane di Mitilene, Plut. Ti. Gracch. 8, o fossero frutto della esperienza ovvero del dottrinarismo ellenico.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (66/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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