Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAPITOLO I. - PROLEGOMENI, FONTI ETC.
      pitagorica a lui attribuito. (') E che all'attività storica dei Romani abbia dato qualche spinta traspare dal fatto che nel tempio della dea Bellona da lui eretto espose le imagini degli avi con l'indicazione scritta, K titilli, „ delle imprese da quelli compiute. (*) Cosile gesta civili dei Flavii vengono ricordate per fatti che non appartengono alla favolosa antichità, bensì alla generazione precedente a quella in cui Gneo Flavio, il plebeo edile curule, pubblicò i fasti. (8) La riforma dell'alfabeto latino collegata con Appio Claudio non ò disgiunta da quella di Flavio, alla stessa maniera che la pubblicazione delle azioni era attribuita tanto all'uno che all'altro. (4) E va sopratutto rilevato che con Gii. Flavio è strettamente connessa la più antica indicazione cronologica relativa alla storia di Roma. Così leggendo le gesta di Carvili, ove si raccontano le ultime guerre sannitiche, che di circa 1111 decennio precedono l'arrivo di Pirro, avremo occasione di domandarci so per caso quello Spurio Carvilio, che per primo verso la metà del III secolo aprì una scuola a Roma e modificò l'alfabeto latino, non si fosse pure accinto a narrare le gesta della gente di cui era liberto. (f) Ma se ad ogni modo prima ancora di Catone era incominciata una letteratura storica scritta in lingua nazionale, questa venne per un momento arrestata dalla efficacia che le lettere e la civiltà greca esercitarono in Roma sul declivio della seconda guerra punica. Fabio Pittore, Ciucio Alimento C. Acilio ed Aulo Postumio Albino composero in greco le loro storie,
      (') lo penso con G. Iyirner, Man. d. Ictt. lat. (Livorno, 1896), 1, p. 3S5, n. 2, che dai passi di Cicerone. Brut. 14, 55; 16, 62, risulti che al tempo di costui non esisteva più l'orazione di Appio Cieco, la quale era a lui nota solo in quanto era riferita negli annali di Knnio. Ma l'esistenza di un carme di Appio Cieco, che secondo Cicerone aveva sapore pitagorico, era già noto a Patiezio, Tute. IV, 2, 4.
      (*) Puh. N1I. XXXV, 12r che scambia il console del 495 a. C. con il celebre censore.
      (') Liv. Vili, 22, ad a. 327; Vili, 37, ad a. 323 a. C. Val. Max. IX, 10, 1.
      (4) Mentre ad Appio Cieco si attribuiva l'introduzione dell'/* e l'aver tolto la c, Digest. 1,2,2,36; Mart. Cap. ili, 261, a Flavio si assegnava l'avere aggiunto all'alfabeto latino le lettere che gli mancavano, Lyd. de mens. I, 9.
      C) Plin. NH. XXXIII. 19, v. oltre al cap. IX.
      (6) Plut. fj. Boni. 54, cfr. al cap. Vili.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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